Roma, strade killer: muore a 23 anni per la buca riparata un mese fa

Roma, strade killer: muore a 23 anni per la buca riparata un mese fa
di Camilla Mozzetti e Giuseppe Scarpa
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Venerdì 26 Luglio 2019, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 09:58

Ha provato a restare in sella al suo scooter ma non ce l’ha fatta. Ha perso il controllo del Suzuky Burgman in un tratto in cui la strada era dissestata. Edoardo Giannini è stato catapultato dalla moto, molto probabilmente, a causa di una buca. Ed è morto a 23 anni. Un dislivello rattoppato appena un mese fa. A metà giugno. Nei giorni scorsi si era aperto un’altra volta. Per poi essere nuovamente rabberciato poche ore dopo lo schianto. Una fotografia impietosa dello stato viario di Roma, in cui regna l’assenza di una strategia ma si rincorre perennemente l’emergenza. Nel frattempo, però, le persone muoiono.

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La procura capitolina, adesso, vuole vederci chiaro. Il pm Antonella Nespola ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Oggi verrà nominato un consulente mentre ieri le prime relazioni della polizia municipale, piovute sulla scrivania degli inquirenti, indicavano come prima causa della caduta: «Il cedimento stradale, dove è intuibile un recente rifacimento». Manutenzione di cui, su quel tratto, è responsabile il Simu, il dipartimento infrastrutture e manutenzione urbana del Campidoglio.
 

 

LA CADUTA
Martedì, la moto di Edoardo, è andata da una parte. Il corpo dall’altra, il casco si è sfilato per l’impatto al suolo. Il ragazzo è scivolato lungo l’asfalto sconnesso di una delle principali arterie della Capitale: la Tangenziale est in direzione stadio Olimpico, poco prima dell’uscita di viale Somalia. Ad appena 23 anni è spirato dopo tre ore dall’incidente, l’ennesimo. Una sciagura che poteva essere evitata, che allunga inesorabilmente la lista dei morti, in sella alle moto, sulle vie della città a causa delle strade che versano ormai in condizioni disastrose. Solo per citare alcuni casi: Elena Aubry, la 26enne scivolata per una radice sporgente il 7 maggio 2018 alla guida del suo Honda Hornet, destino simile che ha colpito, il 27 dicembre 2016, Luca Miozzi, 17anni, sopra il suo Derby 125. Negli stessi giorni era deceduto un altro centauro, Francesco Caporale. Ieri se l’è vista brutta perfino un pedone. Una anziana di 89 anni caduta rovinosamente per una buca sulle strisce, ridipinte di recente, al centro del piazzale di ponte Milvio.

IL DOLORE 
«Nonostante la sua età –hanno spiegato i genitori per voce dell’avvocato di famiglia, Tommaso Di Gasbarro – Edoardo era un guidatore esperto, difficile pensare a una distrazione». Il 23enne, martedì scorso alle 5.30, potrebbe aver perso il controllo del suo mezzo a causa di una buca. Una delle tante che costellano, senza soluzione di continuità, le vie di Roma. Strade deteriorate su cui pesa l’inerzia dell’amministrazione capitolina che, solo per procedere con l’affidamento degli appalti per la manutenzione straordinaria delle arterie della grande viabilità impiega mesi, se non anni. «Confidiamo nelle indagini della magistratura», aggiunge la famiglia, straziata dal dolore per aver perso un figlio. Un beffa, tra l’altro, è l’intervento di copertura della buca che è avvenuto a distanza di pochissime ore dall’incidente. Lavoro che è stato eseguito dalla ditta che, per il Comune, aveva vinto l’appalto per la manutenzione di quel tratto. C’è un video che riprende a distanza di poche ore dalla morte di Edoardo, il camioncino dell’impresa edile fermo nel tratto dell’incidente e la colata di asfalto da poco gettata. «Non riusciamo a credere a quello che è successo», confidano alcuni amici del giovane. 

Edoardo era «un ragazzone», pieno di vita. Un figlio bello come sono i giovani a 23 anni, esuberante ma determinato. Cresciuto nel mondo della ristorazione, dopo essersi diplomato in un istituto Alberghiero e alcuni anni di «esperienza sul campo», aveva rilevato insieme ai genitori la gestione di un locale nel quartiere Africano di Roma, in via Migiurtina. Da qui aveva piantato le basi per il suo futuro. L’altra sera Edoardo aveva chiuso il locale intorno alla mezzanotte per raggiungere degli amici che lo hanno salutato intorno alle 4.30. A quell’ora è salito nuovamente a bordo del suo scooterone per far ritorno a casa. Ma a Fiano Romano non è mai arrivato. Il papà Roberto ha saputo quello che era successo martedì mattina quando alle 7.40 ha ricevuto una telefonata dai vigili. Non ha fatto in tempo a salutarlo il suo «ragazzone». Quando i genitori sono arrivati all’Umberto I non hanno potuto far altro che constatare il decesso del figlio. Ora per sua volontà e per quella della famiglia, sarà concessa l’autorizzazione per l’espianto delle cornee. 
 

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