Serena morta in via Nomentana, il funerale: «Ciao mamma, i tuoi figli non sono soli»

Serena morta in via Nomentana, il funerale: «Ciao mamma, i tuoi figli non sono soli»
di Laura Bogliolo
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 11:19

«Ciao mamma... ». Piccoli passi come i loro cuoricini infranti davanti il carro funebre, camminano stringendo da una parte tulipani bianchi, dall'altra la mano forte di papà Alessandro che sorride, li abbraccia, lanciandogli con gli occhi un messaggio di speranza che ricorderanno per tutta la vita: è solo un saluto, mamma ci sarà sempre. Mamma Serena strappata dall'abbraccio dei piccolini una maledetta sera di ottobre mentre era a bordo di uno scooter sulla via Nomentana, all'incrocio con Corso Trieste a Roma.

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Mamma che non risponde più al telefono e non cullerà più la sua famiglia. «L'avevo sentita al telefono poco prima, mi aveva detto che stava tornando a casa» aveva raccontato Alessandro Di Agostino, amore di una vita e marito, quell'uomo fortissimo, tenerissimo e pieno di dignità, che ieri durante i funerali della moglie, Serena Greco, 38 anni, ha salutato tutti, ha regalato abbracci alle sue allieve della scuola di scherma e spazzato via con un sorriso l'imbarazzo dei giovanissimi che erano venuti a portare un po' di conforto nella chiesa di Sant'Agnese Fuori Le Mura sulla Nomentana.

 


AMORE SENZA FINE
Lei impiegata al Caf della federazione italiana scherma, lui maestro di scherma federale, un amore grande, poi i due figli che ieri erano sui primi banchi della chiesa insieme a papà, nonna e gli zii. «Mamma». È stata la parola che è riecheggiata di più nella chiesa durante l'omelia alla quale hanno partecipato oltre un centinaio di persone, molte dentro per seguire la messa, tante altre rimaste fuori perché le regole anti-Covid non consentono assembramenti. «La mamma che è al servizio di tutti senza interruzioni, sempre con le braccia aperte: del suo affetto non ne parla nessuno, lo sanno solo i figli, la famiglia» ha detto il parroco. «È l'immagine della mamma, sempre disponibile, pronta a donare, quella che vogliamo portarci nel cuore tutti noi» ha aggiunto.


IL RICORDO
Serena c'è ancora, Serena ci sarà sempre. È quello che con gli occhi ha detto papà Alessandro ai suoi bambini tenendoli per mano dietro il carro funebre mentre i cuori dei presenti scoppiavano, ed è quello che ha voluto sottolineare il prete: «La luce di Serena è accesa, il suo amore è acceso in noi, la sua luce brillerà sempre, la sua è una presenza che potete invocare in ogni momento». Poi la citazione di una frase di Sant'Agostino quando la sua mamma morì: «Non ti chiedo perché ce l'hai tolta, ma ti ringrazio perché ce l'hai donata». Dal condominio di viale Eritrea, i colleghi, la scuola di scherma: tantissime le corone portate da familiari e da amici. Poi lo stendardo della Federazione Italiana Scherma, in onore di Alessandro ma anche di Serena, schermitrice in passato. «Serena dopo aver calcato le pedane da atleta e poi anche da arbitro ha curato a lungo la segreteria del Club Scherma Roma» si legge in una nota di cordoglio della Federazione. Tra gli abbracci più lunghi e commossi quello tra Alessandro e Bebe Vio, la combattente e dolcissima campionessa mondiale ed europea in carica di fioretto individuale paralimpico. Papà Alessandro continua a sorridere con il cuore spezzato, è un uomo forte, si vede che è un maestro di scherma, ma anche di vita: è lui che dà coraggio a chi va a salutarlo. Come si fa a non piangere e a volere giustizia per quell'incidente?

 

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