Roma, Monterotondo, i tre complici traditi dall’auto noleggiata

Roma, Monterotondo, i tre complici traditi dall’auto noleggiata
di Morena Izzo e Camilla Mozzetti
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Domenica 5 Maggio 2019, 12:12

Hanno lasciato le tracce. E da quelle tracce, mettendole una dietro l’altra, i carabinieri della compagnia di Monterotondo e del Nucleo investigativo di Ostia, coordinati dalla Procura di Tivoli, sono risaliti alle loro identità. Hanno dei nomi e dei cognomi i tre complici del 16enne albanese rimasto ferito dai colpi esplosi, la sera del 26 aprile scorso, da Andrea Pulone nella sua villetta in via di San Matteo, a Monterotondo. I tre uomini, tutti stranieri, sono stati rintracciati due giorni fa alla Borghesiana; pare che due siano stati fermati in strada e il terzo in un appartamento.

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A portare i militari da loro, l’affitto del veicolo con cui la banda ha provato a mettere a segno la rapina e gli estremi dati all’agenzia di autonoleggio. Condotti in caserma, sono partiti gli accertamenti anche se l’interrogatorio di garanzia di fronte al gip si terrà probabilmente non prima di domani e bisognerà capire se verrà convalidato il fermo. I tre, riconducibili anche a dei campi nomadi della Capitale e con una sfilza di precedenti analoghi alle spalle, sono indagati (come il 16enne ferito) per concorso in tentato furto aggravato. Ma per emettere una misura cautelare in carcere, o ai domiciliari, gli investigatori devono ancora far luce sulla vicenda. Fondamentale sarà la loro versione sulla dinamica della sparatoria che sarà raccolta nelle prossime ore dal pm di Tivoli, Giuseppe Mimmo e che potrebbe aprire addirittura nuovi ulteriori scenari. Quel che è certo, al momento, è che la banda avesse preso di mira l’abitazione della famiglia Pulone già alcuni giorni prima della tentata rapina finita poi a colpi di pistola. La villetta, infatti, pur trovandosi nel centro di Monterotondo sorge in una stradina abbastanza isolata, coperta da diversi alberi e da una rigogliosa siepe. Un facile obiettivo, insomma, dove mettere a segno un furto. 
 
I 4, compreso il 16enne colpito poi a un gluteo, prima di entrare e scardinare con un piede di porco l’inferriata della finestra del soggiorno al piano terra, hanno suonato al citofono per accertarsi che in casa non ci fosse nessuno. Andrea Pulone, invece, era nell’abitazione, dopo esser rientrato con la fidanzata al termine di una gita al mare. Ha sentito lo squillo del citofono ma trovandosi sotto la doccia non ha risposto e la banda – convinta di avere campo libero – ha provato, riuscendoci, a introdursi nella villetta. Dopo pochi minuti, però, i malviventi sono stati colti di sorpresa da Pulone, 29 anni, indagato ora per eccesso colposo di legittima difesa, che sentendo dei rumori è sceso al piano terra scoprendo i ladri ed esplodendo dei colpi, uno dei quali ha raggiunto il minore. La banda è riuscita a scappare mentre il ragazzo qualche ora più tardi è stato scaricato con la stessa auto di fronte all’ingresso del Pronto soccorso dell’ospedale Agostino Gemelli.

Al netto del reato che viene ora contestato ai tre – come quello appunto di concorso in tentato furto aggravato – la loro posizione così come quella del giovane proprietario, che dopo aver impugnato una “Glok” 21 regolarmente registrata ha esploso cinque colpi, potrebbe cambiare proprio in virtù della dinamica sulla sparatoria.

Gli inquirenti stanno procedendo con gli esami del caso, compresi quelli balistici, per ricostruire ogni dettaglio tra cui la traiettoria dei proiettili. Pulone fin dall’inizio ha sempre ribadito di aver sparato per mettere in fuga i ladri. Di non aver preso la mira e di non essersi accorto del ferimento di uno dei malviventi. Domani il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto, farà un punto per spiegare i dettagli delle indagini. Non è escluso che possano esserci colpi di scena. 

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