Picchiato con una violenza inaudita, ridotto in fin di vita e lasciato a terra, svenuto, in una pozza di sangue nel centro storico di Monterotondo, vicino al teatro comunale Ramarini. È accaduto martedì intorno alle 19, a un giovane di 21 anni, italiano, residente in paese, già conosciuto dalle forze dell’ordine.
Il giovane è ricoverato all’ospedale Gemelli, in prognosi riservata anche se non rischia di morire, le sue condizioni si sono stabilizzate nelle ultime ore.
I sanitari lo hanno soccorso e con l’ambulanza hanno raggiunto Monterotondo Scalo per trasportarlo poi in elisoccorso. Un codice rosso, una corsa contro il tempo. Soltanto poco dopo sono intervenuti i militari allertati dai sanitari.
A indagare sono i carabinieri della stazione di Monterotondo diretti dal comandante Gianfranco Albanese che hanno subito acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza e che sarebbero vicini all’identificazione dell’aggressore.
LE INDAGINI
In paese quell’episodio non è sicuramente letto come un “giallo”. C’è paura di parlare, silenzio e in qualche modo omertà. Secondo alcuni testimoni ci sarebbe stato un forte litigio tra cinque o sei persone, “i soliti”, e uno di loro, sulla trentina, sempre del posto, si sarebbe accanito contro il giovane. I motivi non si conoscono ma probabilmente si è trattato di una prova di forza o di una reazione rispetto a un mancato pagamento, un patto tradito.
Si tratterebbe di due batterie, uomini dai trenta ai quarant’anni che gestiscono un giro di spaccio di stupefacenti. Spesso diventano violenti e litigano per debiti non pagati legati alla droga. Il clima è piuttosto teso a Monterotondo, da quando il gruppo è tornato in attività dopo il lockdown. Alcuni di loro sarebbero “sorvegliati speciali” perché a capo di un giro che non accenna a scemare.
Anzi le amicizie crescono, si mescolano e non viene meno il desiderio di mettere su un gruppo criminale radicato sul territorio. Tra loro condividono amicizie ma ciascun gruppo cerca di dominare l’altro: «Ormai si conoscono chi sono - dice un anziano - sono i soliti che litigano tra di loro perché tutti vorrebbero comandare, hanno a che fare con quella roba che sballa e rovina i giovani. Sono violenti e con questo episodio hanno dimostrato di essere anche spietati. Vanno frenati ma nonostante i controlli, per il momento, riescono a farla franca».
Una ragazza, è piena di rabbia: «Monterotondo è sicuro - dice - non ci sono risse frutto di disagio sociale, è un bel paese. Il nostro problema è che ci sono dei personaggi, ormai conosciuti, che hanno creato un brutto giro e nonostante vengano denunciati continuano a delinquere, provano a comandare». Nel frattempo gli inquirenti continuano a indagare.