Monterotondo, picchiato e ridotto in fin di vita: gravissimo giovane di 21 anni

Trovato in un lago di sangue e portato in eliambulanza al Gemelli: trauma facciale, vertebre fratturate e lesione della milza

Monterotondo, picchiato e ridotto in fin di vita: gravissimo giovane di 21 anni
di Chiara Rai
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Giovedì 14 Ottobre 2021, 00:06

Picchiato con una violenza inaudita, ridotto in fin di vita e lasciato a terra, svenuto, in una pozza di sangue nel centro storico di Monterotondo, vicino al teatro comunale Ramarini. È accaduto martedì intorno alle 19, a un giovane di 21 anni, italiano, residente in paese, già conosciuto dalle forze dell’ordine. 

Il giovane è ricoverato all’ospedale Gemelli, in prognosi riservata anche se non rischia di morire, le sue condizioni si sono stabilizzate nelle ultime ore.

Chi lo ha pestato, gli ha sferrato una serie di cazzotti in testa, spappolato la milza, rotto alcune vertebre, provocato traumi su tutto il corpo e ridotto il viso a una maschera di sangue. Quando il giovane ha perso i sensi ed è caduto a terra, alcuni testimoni hanno chiamato il 118 ma nessuno ha avvisato i carabinieri.

I sanitari lo hanno soccorso e con l’ambulanza hanno raggiunto Monterotondo Scalo per trasportarlo poi in elisoccorso. Un codice rosso, una corsa contro il tempo. Soltanto poco dopo sono intervenuti i militari allertati dai sanitari.

A indagare sono i carabinieri della stazione di Monterotondo diretti dal comandante Gianfranco Albanese che hanno subito acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza e che sarebbero vicini all’identificazione dell’aggressore.

LE INDAGINI

In paese quell’episodio non è sicuramente letto come un “giallo”. C’è paura di parlare, silenzio e in qualche modo omertà. Secondo alcuni testimoni ci sarebbe stato un forte litigio tra cinque o sei persone, “i soliti”, e uno di loro, sulla trentina, sempre del posto, si sarebbe accanito contro il giovane. I motivi non si conoscono ma probabilmente si è trattato di una prova di forza o di una reazione rispetto a un mancato pagamento, un patto tradito.

Si tratterebbe di due batterie, uomini dai trenta ai quarant’anni che gestiscono un giro di spaccio di stupefacenti. Spesso diventano violenti e litigano per debiti non pagati legati alla droga. Il clima è piuttosto teso a Monterotondo, da quando il gruppo è tornato in attività dopo il lockdown. Alcuni di loro sarebbero “sorvegliati speciali” perché a capo di un giro che non accenna a scemare.

Anzi le amicizie crescono, si mescolano e non viene meno il desiderio di mettere su un gruppo criminale radicato sul territorio. Tra loro condividono amicizie ma ciascun gruppo cerca di dominare l’altro: «Ormai si conoscono chi sono - dice un anziano - sono i soliti che litigano tra di loro perché tutti vorrebbero comandare, hanno a che fare con quella roba che sballa e rovina i giovani. Sono violenti e con questo episodio hanno dimostrato di essere anche spietati. Vanno frenati ma nonostante i controlli, per il momento, riescono a farla franca».

Una ragazza, è piena di rabbia: «Monterotondo è sicuro - dice - non ci sono risse frutto di disagio sociale, è un bel paese. Il nostro problema è che ci sono dei personaggi, ormai conosciuti, che hanno creato un brutto giro e nonostante vengano denunciati continuano a delinquere, provano a comandare». Nel frattempo gli inquirenti continuano a indagare.  

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