Monopattini a Roma, stretta a metà. «Meno mezzi in Centro». Resta il nodo sosta selvaggia

Pubblicato il bando per lo sharing: le società scenderanno da sette a tre

Monopattini a Roma, stretta a metà. «Meno mezzi in Centro». Resta il nodo sosta selvaggia
di Francesco Pacifico
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Giovedì 25 Agosto 2022, 00:31

Resta ancora da capire dove saranno i futuri parcheggi e chi farà i controlli. Stretta a metà da parte del Comune contro i monopattini: ieri è stato pubblicato il bando per affidare il servizio dal gennaio del 2023. Le compagnie autorizzate caleranno da sette a tre. La stragrande maggioranza dei monopattini dovrà circolare fuori dal Centro, cioè in periferia e nei pressi delle stazioni della metro.

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Per esempio, non potranno superare quota 210 i mezzi consentiti a Trastevere e quota novanta quelli nel Tridente.

Cioè dove invece oggi si concentrano almeno 10mila velocipidi dei 14.500 presenti in città, creando quella giungla quotidiana tra corse contromano, incidenti stradali e dispositivi abbandonati dove capita. Tra gli altri obblighi targhino con codice Qr, limite di velocità a 20 chilometri orari, parcheggio soltanto in stalli consentiti, tempo massimo di un’ora mezza per spostare le due ruote lasciate dove non si può, controlli in remoto con la geolocalizzazione per impedire gli abusi e sconti sulle tariffe (10 euro a settimana e 30 al mese) per gli abbonati all’Atac. Dopo le linee guide, ecco ieri il bando da affidare entro il Primo gennaio del 2023. Ma prima di quella data il Comune ha già chiesto alle aziende autorizzate dalla giunta Raggi di applicare le nuove regole: far chiudere la corsa (interrompendo il pagamento) soltanto in aree consentite, oppure autorizzare la sosta ai clienti dopo aver ricevuto una foto, che dimostra di non essersi fermati davanti ai monumenti.

 


ULTIMO MIGLIO
Come annunciato nei mesi scorsi in più occasioni, l’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè, vuole cambiare la logica con la quale è stata finora utilizzata la cosiddetta mobilità dolce in città: non più mezzo ludico, non a caso amato da turisti e ragazzi, ma strumento per il trasporto dell’ultimo miglio, cioè, per andare in ufficio o a scuola e per coprire la distanza tra casa e la fermata della metro. In quest’ottica potranno circolare nel I Municipio solo 900 velocipedi, con i vincitori del bando “costretti” a mantenere gli altri 8.100 mezzi negli altri territori. Di più, se saranno in grado di servire meglio le aree vicine alle stazioni, ciascuno potrà mettere in strada altri 1.500 dispositivi, raggiungendo la cifra totale di 14.500 monopattini. Come oggi, ma soltanto meglio spalmati sui 1.200 chilometri quadrati di Roma.


Fin qui le condizioni poste dal Comune al mondo dello sharing per mettere le mani su un giro d’affari che a vale quasi 25 milioni di euro all’anno. Ma fatte le regole, bisognerà trovare il modo di farle rispettare. Intanto il Comune deve ancora individuare le aree di sosta, che saranno sia fisiche, delineate con righe colorate, sia virtuali. Sempre leggendo i criteri per la selezione delle tre compagnie, si scopre che vengono concessi nella valutazione finale soltanto 10 punti su 100 per gli strumenti e gli uomini messi in campo dalle società per ridurre i tempi di riposizionamento dei mezzi. 


Come detto, poi, il Comune non vuole concentrare i monopattini nel I Municipio e annuncia che ogni ora, sempre con il suo servizio di geolocalizzazione, controllerà il rispetto della ripartizione dei mezzi tra i vari quadranti. Servirà molto personale per farlo. E in quest’ottica anche le sanzioni - una settimana di sospensione dopo la prima infrazione, 30 giorni dopo la seconda - finiscono per essere armi spuntate.
 

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