Monopattini a Roma, oltre cento infrazioni all'ora: ma M5S li "salva"

Monopattini a Roma, oltre cento infrazioni all'ora: ma M5S li "salva"
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 7 Settembre 2020, 07:48

Cento monopattini parcheggiati male ogni ora. Da spostare per evitare che i pedoni ci ruzzolino sopra, o per liberare i posteggi riservati ai disabili, o ancora per permettere il transito sulle strisce dei pedoni. E 100 sono solo quelli calcolati da Bird, uno dei 5 operatori degli eco-trespoli che hanno invaso il cuore di Roma dalla fine di maggio. Belli, bellissimi i monopattini, come dice la sindaca Virginia Raggi. Peccato che non ci sia alcun limite alla sosta: pochi controlli - i vigili, quando ci sono, se la prendono più che altro con chi guida in modo spericolato, in due sulla stessa pedana, minorenni senza casco, scorribande sui marciapiedi - e quindi libertà, o quasi, di lasciare i bicicli green ovunque. Anche dove non si dovrebbe.
Basta andare in giro per Roma per vedere batterie di monopattini schiantati a terra, con i manici ammainati sull'asfalto. Oppure file sterminate di pedane sui marciapiedi, perfino davanti al Colosseo, una accanto all'altra, senza lo spazio per mettere un mignolo: (eco)barriere che per riuscire a superarle bisognerebbe avere esperienza nel salto a ostacoli.

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LE MULTE
Anche in Campidoglio, dove pure nell'esperimento credono molto, sono a conoscenza della sosta sregolata che dilaga. Eppure il M5S ha bocciato, venerdì, la mozione di Fratelli d'Italia che chiedeva di regolamentare la circolazione dei bicicli elettrici, creando parcheggi ad hoc e polizze assicurative, magari senza franchigie, per far ottenere giusti risarcimenti a chi è danneggiato. Ma i grillini hanno votato compatti: no. Restano le multe, sollecitate dall'assessore alla Mobilità di Raggi, Pietro Calabrese. Le ditte qualche contromisura allo scompiglio generale la stanno prendendo.
Da Bird, uno degli operatori con più mezzi, oltre 2.500, dal Tridentino fino al litorale di Ostia, spiegano di aver reclutato i «Bird Watchers, che girano per la città e spostano gli scooter non parcheggiati nei posti giusti», dice la general manager Cristina Donofrio. Ci provano, almeno. Domanda: con quanti monopattini parcheggiati male i bird watchers hanno a che fare ogni giorno? «In media facciamo 100 spostamenti di monopattini all'ora, un dato abbastanza significativo...», ammettono dall'azienda.
La conferma di un fenomeno, quello dell'inciviltà che dalle auto in doppia fila si è allargata al monopattino, che conosce benissimo chi abita in centro o nei quartieri dove via via stanno comparendo le rotelline a propulsione elettrica: «Eravamo abituati a passeggiare schivando l'immondizia, ora lo facciamo anche con queste pedanine di tutti i colori».
C'è chi sta correndo ai ripari in altri modi. «Abbiamo interdetto alcune mini-aree, a volte davvero molto, molto piccole, per spingere l'utente a parcheggiare 30-40 metri più in là, in modo che la sosta sia più ordinata», racconta Andrea Giaretta, general manager di Dott, altra società operativa a Roma da dopo il lockdown. Fa un esempio: a piazza Venezia l'app non permette più di parcheggiare sul lato dei taxi. E questo dovrebbe invogliare gli utenti a lasciare il monopattino dal lato opposto, dove c'è un marciapiede. A piazza Navona, altro esempio, «consentiamo il parcheggio solo sul lato basso, verso corso Vittorio Emanuele, o sul lato alto. Non al centro della piazza, dove i monopattini altrimenti si accalcano».

CREDITO TAGLIATO
Funzionerà? Soprattutto: ci si può affidare solo alla buona educazione? Probabilmente no. Ecco perché, per evitare che il Campidoglio inizi a sanzionare anche i colossi del settore (finora sono multate solo le guide spericolate dei singoli utenti, non le ditte), si studiano altri rimedi. Per esempio una penalità per chi parcheggia male. «Si potrebbe tagliare il credito, se siamo costretti a far spostare il mezzo», dicono da Bird. Oppure l'account potrebbe essere sospeso per una settimana, per i guidatori più indisciplinati. L'altro tarlo sono i caschi: obbligatori, per legge, per i minorenni. Ma non li indossa quasi nessuno. E anche i vigili non sempre chiedono i documenti. Inutile dire che sia un malcostume molto pericoloso: gli incidenti non sono mancati. Altra promessa degli operatori: «Inizieremo a distribuire i caschi con i nostri steward».

 

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