Finito ai domiciliari per aver minacciato moglie e figlio col coltello sul divano di casa, non ha retto ai sensi di colpa e ha deciso di togliersi la vita impiccandosi. Dramma a Ladispoli, nell'appartamento dove l'uomo, un romeno 40enne, era da giorni sottoposto all'ordinanza restrittiva proprio in seguito alla decisione del gip di Civitavecchia. Lo hanno trovato esanime i carabinieri della stazione locale che in realtà in un primo momento pensavano potesse essere evaso per far del male ancora alla sua ex, che da tempo aveva avanzato già le pratiche della separazione. E per questo i militari, per ragioni di sicurezza, la stavano sorvegliando nel quartiere dove vive. Quando sono arrivati i soccorritori, non c'era più nulla da fare per il marito. La magistratura civitavecchiese ha disposto l'autopsia, anche se apparentemente sembra essere soltanto una formalità. I fatti precedenti al suicidio. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori (le indagini sono state compiute dai carabinieri di Cerveteri coordinati dalla compagnia di Civitavecchia), il 40enne non avrebbe accettato la fine della relazione decidendo di lanciare messaggi inequivocabili alla donna.
Venezia, tenta di uccidere la moglie con un coltello, poi si toglie la vita con una balestra
LE RITORSIONI
Prima le minacce, poi il tentativo di dar fuoco alla sua auto parcheggiata sotto casa cospargendola di benzina.
SENSI DI COLPA
Evidentemente sono iniziati i sensi di colpa visto che più volte come raccontato dalla donna alle forze dell'ordine ha telefonato a casa per parlare con il bambino scusandosi più volte. A quanto si è appreso, anche la donna si era allarmata proprio perché improvvisamente non ha provato a mettersi più in contatto con il minore. Un comportamento forse insolito considerato il suo atteggiamento meno aggressivo nei confronti dei familiari. A quel punto la 43enne si è ricordata di avere una copia delle chiavi di casa del suo ex e le ha date ai carabinieri affinché potessero controllare se fosse accaduto qualcosa. Per ben due volte non aveva risposto al citofono quando la pattuglia si era presentata per la normale ispezione quotidiana. Il triste epilogo infine quando i militari sono entrati trovandolo ormai senza vita. Non aveva mai avuto precedenti penali.