Roma, mezzi ko: quartieri ancora invasi dai rifiuti. E si ferma la raccolta della carta

Roma, Mezzi ko, quartieri ancora invasi dai rifiuti. E si ferma la raccolta della carta
di Francesco Pacifico
4 Minuti di Lettura
Domenica 15 Dicembre 2019, 12:50

Mancano i camion per raccogliere i rifiuti e Roma è sempre più una discarica a cielo aperto. In attesa dell’ondata di spazzatura che dovrebbe travolgerla nel periodo natalizio, in città e da giorni, i cassonetti traboccano di sacchetti al Centro come in periferia. Con i secchioni bianchi per la carta svuotati di rado. Ieri quartieri a Nord della città come l’Aurelio, Montesacro e Nomentano si sono risvegliati con l’immondizia per strada. Situazione simile sulla Cassia e a Torrenuova, ma anche in Centro - soprattutto a Prati e a San Pietro - la raccolta è saltata. Verso Sud problemi anche su Casilina e a Cinecittà. 
L’emergenza è sempre più alle porte, ma rispetto al passato, a rallentare la pulitura non è l’assenza di “sbocchi”, di luoghi dove Ama deve portare i rifiuti (discariche chiuse o Tmb in manutenzione o fermi per ordine della magistratura). Mancano - e questo la dice lunga sui problemi organizzativi dell’azienda - i mezzi, i camion per la raccolta dei rifiuti.


Rifiuti, “guerra dei sacchetti” tra ragazzi: al Tuscolano dilaga l'ultima follia

Da Ama spiegano con un pizzico di rabbia - anche perché mai come adesso gli impianti di trattamento e smaltimento funzionano a pieno regime - che la flotta a disposizione è ai minimi termini. Ufficialmente, ogni giorno 4 compattatori - i camion più grandi - su 10 restano fermi nelle autofficine perché rotti. La stessa proporzionale vale per gli “squaletti”, i furgoncini più piccoli che servono per la raccolta nelle strettoie del Centro e per il cosiddetto porta a porta. Ma sempre da via Calderon La Barca trapela la notizia che in alcune ore delle giornata gli autocarri a disposizione scendono a 3 su 10. Lavora solo il 30 per cento della flotta. 
Alla base delle difficoltà e dei ritardi nella raccolta dei rifiuti in questi giorni c’è il combinato disposto tra un parco mezzi obsoleto e la scarsa efficienza delle officine interne. Sul primo fronte Ama, su 285 totali, ha 227 camion con un’anzianità media tra i 12 e i 13 anni. Per esempio, il mezzo che ha travolto e ucciso un 84enne mercoledì scorso sulla Casilina, è stato immatricolato nel 1997. Ma le cose vanno ancora peggio sul fronte della manutenzione. Delle cinque rimesse per i compattatori in città, due funzionano a scarto ridotto: al Salario non c’è più l’autorimessa, chiusa dopo l’intervento della Asl, e a via Romagnoli c’è solo un presidio. Risultato? Anche per un cambio dell’olio o di una freccia, i tempi di lavorazione raddoppiano.
Per ovviare al problema, e provare a tenere pulita la città, l’amministratore unico Stefano Zaghis e la sua prima linea hanno dovuto spalmare la raccolta su tutta la giornata, non più sulla mattina, come sarebbe logico. I camion disponibili fanno un primo giro, rientrano nei centri di sversamento e scaricano il materiale. Poi ripartono. Ma questo schema ha un duplice effetto negativo: i sacchetti si accumulano dentro e fuori e i cassonetti e cresce il traffico cittadino visto che i compattatori girano su vie congestionate anche nelle ore di punta.

Spazzini alla guida, turni da 10 ore. Il caos della flotta per la raccolta
 
Intanto a rallentare, se non a fermarsi, è soprattutto la raccolta della carta. L’azienda ha preferito concentrarsi sull’organico, perché materiale più deteriorabile e quindi puzzolente. Ma al di là delle scelte di Ama - che spesso si è rivista rimandare indietro i suoi carichi perché troppo sporchi - c’è un problema di natura nazionale, che potrebbe scoppiare in maniera fragorosa a inizio 2020: la Cina, primo acquirente di materiale secondario, ha smesso di comprare carta da riciclare da Usa e Europa. Ne fa le spese anche Ama che alle cartiere manda circa 1,2 milioni di tonnellate, incassando oltre 2 milioni all’anno. Per esempio gli impianti che più prendono materiale - come la Porcarelli a Rocca Cencia - hanno i piazzali pieni di carta che non sanno dove mandare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA