Metro, vigilanti con le body cam. La Prefettura: «Più agenti sui bus»

Metro, vigilanti con le body cam. La Prefettura: «Più agenti sui bus»
di Lorenzo De Cicco Camilla Mozzetti
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Sabato 28 Settembre 2019, 09:21

Dopo le coltellate al vigilante della stazione Tiburtina, le guardie armate che presidiano le fermate della Capitale sono pronte a dotarsi di body cam: microcamere che spuntano sul taschino della divisa, per registrare aggressioni e malefatte. Una sperimentazione è già stata avviata proprio a Tiburtina, oltre a Termini, dal consorzio di Italpol. Nel frattempo la Prefettura ha varato un piano per rafforzare la sicurezza nei trasporti pubblici, dopo la sequenza di aggressioni agli autisti dei bus. Anche in questo caso, il pacchetto di misure messo a punto dal prefetto Gerarda Pantalone punta forte sulla videosorveglianza: gli impianti già installati sui mezzi dell'Atac ora saranno collegati live con le sale operative di polizia e carabinieri. Gli uomini delle forze dell'ordine potranno così intervenire a stretto giro di posta.

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La sperimentazione partirà sui bus più recenti, ma l'obiettivo del prefetto è estendere progressivamente la funzione a tutta la flotta della municipalizzata. Chi paga? Saranno sfruttati i fondi del Ministero dell'Interno e del dicastero dello Sviluppo economico. Anche le cabine protettive saranno aumentate. Ai controllori poi saranno forniti cellulari di servizio con un'app che farà partire le chiamate di emergenza al numero unico 112; dopo i verificatori, lo stesso dispositivo sarà consegnato ai conducenti, per cui sono previsti anche corsi di formazione ad hoc, a cura delle forze di polizia, per la gestione delle emergenze e l'utilizzo dei sistemi di alert.

La Prefettura ha assicurato un «potenziamento dei servizi di vigilanza e controllo sulle tratte più sensibili». Il neo-assessore ai Trasporti del Campidoglio, Pietro Calabrese, ha chiesto che gli «agenti della polizia monitorino le linee maggiormente a rischio». Per ora il Comune, in asse con l'Atac, ha avviato un monitoraggio sulle tratte dove si sono registrati più episodi di risse, sassaiole e agguati. Poi si procederà col rafforzamento dei presìdi. Si partirà con gli uomini della Municipale: il contingente che già da 6 mesi lavora insieme ai dipendenti dell'Atac sarà ampliato, per tenere d'occhio i capolinea delle linee considerate più pericolose.

Nel frattempo si organizzano anche le guardie armate che presidiano le stazioni. La Italpol, capofila del consorzio che si occupa della sicurezza sulla metro e nelle ferrovie, ha avviato una sperimentazione con le body-cam, già testate proprio a Tiburtina (ma il vigilante colpito non l'aveva) e a Termini. «Se l'esperimento, come pare, avrà esito positivo, lo riproporremo anche nelle metro», spiega la società. Finora con le guardie dotate di microcamere sulla divisa «le aggressioni verbali si sono ridotte del 90%», spiega Marco Dal Puppo, il security manager dell'azienda. Questo tipo di attrezzatura, già sperimentato negli Usa, permette di registrare «da uno a 5 minuti prima dell'attivazione», prosegue Antonio Del Greco, direttore operativo di Italpol. «È come un teste che filma tutto, producendo materiale utile per eventuali indagini giudiziarie e per monitorare azioni sospette».

LE REAZIONI
I sindacati delle forze dell'ordine, intanto, protestano: «Per far funzionare il presidio della Polizia ferroviaria a Tiburtina sarebbero necessarie almeno cento persone sostiene Fabio Conestà, segretario generale Mosap, Movimento sindacale autonomo di polizia è indispensabile una maggiore attenzione, per incrementare la pianta organica di almeno il 30-40%». A Termini, dove invece gli agenti impiegati sono di più, «è diminuito del 10% l'indice dei reati». Sui presidi nelle stazioni, si terrà la prossima settimana una riunione del Comitato per l'ordine pubblico.

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