Metro Roma, guasti alle scale mobili. La denuncia choc: «Minacce per firmare i collaudi»

Metro Roma, guasti alle scale mobili. La denuncia choc: «Minacce per firmare i collaudi»
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Domenica 15 Settembre 2019, 11:19

«Minacce» e «intimidazioni» nei confronti di dipendenti che non avrebbero voluto compilare moduli relativi ai controlli e alle manutenzioni delle scale mobili, nelle stazioni della metropolitana di Roma. Proprio quelle attività finite nel mirino della Procura dopo che, nell’ultimo anno, una serie infinita di guasti e cedimenti ha provocato feriti, lunghe chiusure di fermate nel centro storico e infiniti disagi per gli utenti del trasporto pubblico. A denunciare i presunti soprusi nei confronti di lavoratori dell’Atac, da parte dei diretti superiori, è il sindacato di categoria Faisa-Sicel, con un documento - indirizzato al prefetto della Capitale, alla sindaca, all’azienda di via Prenestina e alla Commissione di garanzia sugli scioperi - in cui si chiede l’attivazione della procedura «di raffreddamento e conciliazione», per evitare che la vicenda sfoci in una nuova protesta sindacale.

Metro Roma, incidenti sulle scale mobili: i documenti truccati con il bianchetto
Metro di Roma, l'incidente sulle scale mobili: il funzionario onesto rimosso perché aveva chiuso Spagna
 
Il segretario della Faisa-Sicel, Claudio De Francesco, nella lettera parla del «protrarsi di continue minacce di un superiore (responsabile del contratto degli impianti di traslazione) nel confronti di un lavoratore». Quest’ultimo, secondo la ricostruzione del sindacato, avrebbe chiesto al responsabile «per quale motivo doveva svolgere un lavoro che non era di sua competenza» e se potesse «metterglielo per iscritto». Anche perché, sostiene ancora l’organizzazione di categoria, non si trattava di una mansione qualsiasi, trattabile da qualsiasi dipendente dell’azienda, ma di «una lavorazione di responsabilità superiore», ossia la manutenzione delle scale mobili delle stazioni metro, che prevedeva peraltro «l’inserimento di penali» in caso di mancata conclusione dell’attività. Alle rimostranze del dipendente, il suo superiore avrebbe risposto, a quanto si legge nell’esposto, con frasi minacciose: da «ti caccio», a «chiama il sindacato me ne f...», fino a «ti faccio mettere la tuta da operaio». Tutto ciò, «soltanto perché non voleva compilare moduli assolutamente anomali - dice De Francesco - e che non rientravano nelle responsabilità del lavoratore, ma eventualmente del suo diretto superiore». Nel documento si sostiene anche che «tali minacce sono state fatte anche ad altri lavoratori» e che questo comportamento configurerebbe «un’attività antisindacale», che ha portato ad avviare la procedura di raffreddamento e conciliazione in Prefettura.
 
Nei mesi scorsi, proprio mentre si registravano le vicende denunciate dal sindacato, anche l’Autorità nazionale anticorruzione aveva acceso un faro sulla vicenda, chiedendo all’Atac di fornire tutti i documenti sulla manutenzione delle stazioni della linea A della metropolitana. Ma sull’intera questione, poi, è arrivata l’inchiesta della magistratura.

© RIPRODUZIONE RISERVATA