La Capitale senza Metro: il Centro negato, tempi lunghi per la riapertura di Repubblica e Barberini

La Capitale senza Metro: il Centro negato, tempi lunghi per la riapertura di Repubblica e Barberini
di Fabio Rossi
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Martedì 14 Maggio 2019, 11:56 - Ultimo aggiornamento: 12:13

A domanda precisa, adesso fanno tutti spallucce. «Speriamo di farcela per settembre, almeno in tempo per la riapertura delle scuole», sussurrano, a denti stretti, tra Campidoglio e Atac. Ma con grande cautela: perché tutto dipende ora «dal dissequestro di Barberini», poi «dalla fine dei lavori da parte dell’azienda che ha costruito le scale mobili», e ancora «dalle verifiche del ministero delle Infrastrutture. Risposte che trasudano inquietudine di fronte a un interrogativo non di poco conto: perché la chiusura sine die di due fermate della metropolitana di Roma, nel cuore storico della Città eterna - con la terza riaperta da poco, ma non senza problemi - è fonte di imbarazzo per l’amministrazione capitolina, che vede l’Urbe ultima tra le capitali europee per qualità del trasporto pubblico. Ma anche di grossi disagi per chi si sposta nel centro (turisti compresi) e per i commercianti della zona, che lamentano danni economici ingenti alle loro attività. «Avevamo il “ponte” festivo più lungo degli ultimi anni, da Pasqua al 1° maggio - sbottano da Federalberghi - Ma è stato rovinato dalle notizie negative che Roma lancia in Italia è all’estero: senza contare la difficoltà di spiegare ai visitatori stranieri una situazione incompatibile con un paese civile».

UNA STORIA INFINITA
L’obiettivo-normalità, adesso, è spostato a inizio autunno. D’altronde è passata una vita da quando, lo scorso 23 ottobre, una scala mobile della fermata di piazza della Repubblica, tra la stazione Termini e il cuore turistico della Capitale, ha ceduto provocando decine di feriti tra i tifosi del Cska Mosca, a Roma per una partita di Champions League. Cinque mesi dopo, un analogo problema a un impianto - questa volta fortunatamente senza feriti - ha provocato la chiusura della stazione di piazza Barberini, immediatamente posta sotto sequestro per accertamenti. E soltanto la scorsa settimana si è scoperto, come ammesso da Virginia Raggi, che a Repubblica le scale «sono interamente da rifare», leggasi altri due mesi di lavori, se tutto fila per il verso giusto. Mentre per Barberini si naviga completamente nel buio, in attesa del via libera dei magistrati. In sostanza: meglio prepararsi a una lunga estate di disagi. Con la linea A che, come se non bastasse, ad agosto sarà sottoposta anche a lavori di manutenzione straordinaria sui binari della tratta “storica” - quella inaugurata nel 1980 - dal capolinea di Anagnina a Ottaviano.
IL TOUR DE FORCE
E così i disagi restano intatti, con tanto del «percorso fitness», come ironicamente è stato definito da chi lavora nel centro storico, che si fa, rigorosamente a piedi, partendo da Termini o da piazzale Flaminio. Certo, adesso c’è di nuovo la stazione di piazza di Spagna, ma meglio dirlo incrociando le dita: due giorni dopo la riapertura si è registrato ancora qualche problema alle scale mobili; e attualmente è fuori uso il montascale, con buona pace degli utenti disabili. Già, perché se due stazioni sono completamente chiuse ai passeggeri, sul resto della linea bisogna affidarsi al caso, o meglio alla buona sorte. Partendo dal capolinea di via Mattia Battistini - a Primavalle, periferia nord-occidentale della città - domenica chiuso temporaneamente per allagamento, ci si può imbattere in problemi di tutti i tipi: ascensori fuori servizio alla stazione Cornelia, due scale mobili ferme a via Cipro, montascale non disponibile alla fermata Ottaviano. Stessa solfa nella tratta sud della linea, oltre Termini: ascensori off-limits a Manzoni e Subaugusta, montascale guasto a Giulio Agricola. Servirebbero fondi per una campagna di manutenzione straordinaria. Ma anche questa, a Roma, è una missione (quasi) impossibile.
 

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