Metro B Roma, è odissea: Policlinico e Castro Pretorio non riaprono. ​Mancano i collaudi sulle nuove scale mobili

L’odissea metro B: Policlinico non riapre. Mancano i collaudi sulle nuove scale mobili
di Fabio Rossi
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Mercoledì 15 Settembre 2021, 22:33

Il 5 ottobre, a meno che la situazione non si sblocchi a strettissimo giro, la stazione della metropolitana di Castro Pretorio (sulla linea B) “festeggerà” un anno di chiusura. Eppure, a quanto si diceva lo scorso autunno, avrebbe dovuto riaprire in tempi «ragionevolmente brevi». Poi, il 29 novembre, il poco onorevole traguardo dei 12 mesi di stop verrebbe raggiunto anche dalla fermata Policlinico (4,8 milioni di passeggeri registrati nel 2019). Eppure qui non si sono verificati incidenti con feriti - come nella stazione metro di piazza della Repubblica, quasi tre anni fa - né conseguenti sequestri da parte della Procura. La chiusura delle due fermate (consecutive tra loro), nella trafficata tratta compresa tra Termini e piazza Bologna, è dovuta semplicemente a «lavori di sostituzione integrale degli impianti di traslazione, scale mobili e ascensori, arrivati a fine vita tecnica dopo 30 anni di utilizzo».

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LE CAUSE

Il rinnovo delle scale mobili fa parte del piano di sostituzione integrale degli impianti delle stazioni metro B della tratta Castro Pretorio-Rebibbia aperte nel 1990.

Interventi necessari e indifferibili, certo, ma che avrebbero dovuto chiudersi in tempi molto più brevi. E invece, di disguido tecnico in ritardo burocratico, la riapertura delle fermate ai passeggeri è slittata di mese in mese, tanto che ormai nessuno si sbilancia ufficialmente sui tempi. Anche perché, se i lavori si sono tecnicamente conclusi, mancano ancora i necessari collaudi da parte dei tecnici dell’Ustif (Ufficio speciale trasporti a impianti fissi) del ministero delle Infrastrutture: verifiche indispensabili che però già hanno rallentato molto, nel recente passato, la riapertura delle stazioni della linea A.

Una volta completate arriveranno le autorizzazioni alla riattivazione degli impianti: solo a quel punto le fermate potranno tornare accessibili. «Nel corso dei lavori di smontaggio delle scale da sostituire sono emerse alcune criticità imprevedibili che hanno richiesto diversi interventi straordinari per la loro risoluzione - hanno spiegato i tecnici - In particolare, nella stazione Castro Pretorio è stata rinvenuta una canalizzazione in amianto che renderà necessario, prima dell’installazione delle nuove scale, la rimozione del materiale secondo le prescrizioni di legge. In entrambe le stazioni è stato necessario intervenire con lavorazioni aggiuntive per garantire l’eliminazione delle infiltrazioni di acqua».

LA SITUAZIONE

Superati questi problemi, però, adesso sono i “tempi tecnici” del ministero a privare i romani di due stazioni molto importanti, soprattutto in un momento di riaperture dopo le restrizioni della pandemia. A farne le spese, martedì scorso, anche i 73 mila partecipanti al test di ammissione (a numero chiuso) ai corsi di laurea delle professioni sanitarie, che hanno dovuto prendere d’assalto i bus dell’Atac: le due stazioni chiuse sono le più vicine all’università della Sapienza e, quindi, quelle che venivano maggiormente utilizzati dagli studenti universitari.
 

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