«Metro A, scale troppo veloci»: ecco perché sono un pericolo

«Metro A, scale troppo veloci»: ecco perché sono un pericolo
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 23 Marzo 2019, 09:42 - Ultimo aggiornamento: 10:48


Avrebbero impostato male la velocità delle scale. Rapido, troppo rapido, il flusso dei gradini di metallo dove salgono ogni giorno migliaia di passeggeri. Per questo le rampe mobili della metro A di Roma continuerebbero ad accartocciarsi come in un film dell'orrore. E' una delle incredibili scoperte messe nero su bianco dagli ispettori dell'Atac. Tutto annotato nel faldone di contestazioni alla ditta che si occupa della manutenzione di ascensori e tapis roulant. Un lungo elenco di falle e carenze, emerso durante le indagini della municipalizzata, che potrebbe portare presto alla risoluzione del contratto con l'impresa, come ha fatto intendere anche il Campidoglio, l'altro ieri. Nelle carte dell'azienda comunale, si parla di «accertata erronea regolazione di alcuni dispositivi con un eccesso di velocità»; di interventi mai fatti su una scala su 10 rispetto a quanto programmato e di un aumento di intrappolamenti negli ascensori «del 272%» nei primi 5 mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017, quando l'appalto era affidato a un altro operatore.

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LE FALLE
Il tema della sicurezza sulle scale mobili del metró romano è emerso dopo il drammatico incidente di piazza della Repubblica, il 23 ottobre 2018: 24 tifosi del Cska in trasferta feriti tra le lamine aggrovigliate alla base della rampa impazzita. E nessuno saltava, come si era pensato all'inizio. Una slavina di metallo incontrollata. Quella stazione, anche perché alcuni impianti sono ancora sotto sequestro, non ha mai riaperto. L'ultimo incidente risale a due giorni fa, fermata di Barberini, uno squarcio nella scala che per fortuna non ha fatto male a nessuno. Anche perché il sistema frenante è scattato a dovere. Ma lo spavento resta. Soprattutto per la frequenza degli incidenti. Anomala, a dispetto di ogni statistica. I vertici di Atac, a partire dal presidente e ad, Paolo Simioni, hanno preso la questione molto sul serio e hanno chiesto approfondimenti, fin dallo scorso autunno. Un lavoro di verifiche rigoroso che ora ha portato alle contestazioni nei confronti della ditta appaltatrice, un consorzio che mette insieme una società di Napoli e un'altra impresa di Roma. Il raggruppamento si è aggiudicato la commessa, nell'estate del 2017 (prima quindi che arrivasse Simioni), con un ribasso del 49,7% sulla base d'asta. «Ma fanno tutti così», ha dichiarato il titolare della società campana. Le contestazioni dell'Atac ora parlano di «accertata erronea regolazione di alcuni dispositivi», il che avrebbe prodotto un «eccesso di velocità e la rottura della catena a trazione della macchina sulle scale OTIS presenti presso le stazioni Repubblica, Barberini, Spagna e Flaminio della Metro A». Tutte quelle che hanno chiuso a ripetizione negli ultimi mesi. Anche per gli ascensori gli ispettori dell'Atac hanno registrato un «incremento del numero di intrappolamenti nel periodo gennaio-maggio 2018 (con l'attuale manutentore) rispetto al medesimo periodo dell'anno 2017 (precedente manutentore) del 272% per la Metro A e del 45% per la Metro B».
Tra le altre falle contestate, la «mancata esecuzione delle manutenzioni programmate sul 9,1% degli impianti affidati nel periodo gennaio-novembre 2018» e il «mancato rispetto dei tempi di intervento, che sono raddoppiati rispetto a quelli offerti in sede di gara (40 minuti medi rispetto ai 20 previsti)». Un tema, quello dei ritardi nelle riparazioni, che è stato anche «oggetto di interrogazione consiliare». Le verifiche sono ancora in corso. Quello che trapela dal quartier generale di via Prenestina è che non ci saranno sconti. Perché sulla sicurezza dei passeggeri non si scherza.
 


 

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