Metro A Repubblica, niente risarcimenti per la chiusura: «In attesa da un anno»

La metro Repubblica è riaperta: ma i commercianti non hanno mai ricevuto i risarcimenti promessi
di Alessandra Camilletti
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Mercoledì 5 Febbraio 2020, 10:09

Agevolazioni per le chiusure delle stazioni della metro A, anche a mo' di parziale risarcimento dei disagi? «Noi ancora aspettiamo. Non è stato concretizzato niente. Solo parole», dice Angelo Mantini, il portavoce del comitato che venne costituito all'indomani della chiusura della stazione della metro A Repubblica, con l'obiettivo della riapertura. Era maggio 2019, ormai quasi un anno fa, con la fermata chiusa da sei mesi, quando l'Assemblea capitolina approvava all'unanimità una mozione di indirizzo alla giunta Raggi per prevedere «agevolazioni» sulle «imposte locali comunali per gli esercizi commerciali e artigianali nell'area disagiata, quale appunto quella di piazza Esedra e di via Nazionale».

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Gli operatori si erano fatti l'idea di una riduzione della Tari o dell'addizionale Irpef. Ma all'atto di indirizzo - a prima firma Svetlana Celli (Roma Torna Libera) e Ilaria Piccolo (Pd) - il Campidoglio non ha dato seguito. «Era una mozione votata da tutti e doveva prevedere atti formali conseguenti da parte dell'amministrazione e invece non è successo nulla», aggiunge oggi Mantini.

Appena lunedì, alla vigilia della riapertura a metà della stazione Barberini della metro A, è emerso che la sindaca Virginia Raggi ha scritto alla Ragioneria generale per chiedere di trovare il modo migliore per sostenere i commercianti - che qui hanno contato perdite per due milioni di euro e si sono già affidati ai legali - sotto forma di sgravi o con eventuali indennizzi economici.

Quantomai scettici, ormai, in piazza della Repubblica. «Nel periodo di chiusura della metro A hanno chiuso sette negozi tra la piazza e via Nazionale - riepiloga Angelo Mantini - Si è calcolato un danno economico negli incassi tra il 30 e il 50 per cento. Alla riapertura della stazione abbiamo subito rivisto gente, molta però nel frattempo si è distratta. La situazione è tanto diversa da prima, considerato anche il fatto che siamo in piena crisi e in un contesto sociale che si sta degradando in maniera incredibile».

E l'aspettativa ora, rispetto alla mozione di soccorso approvata nove mesi fa e alla nuova apertura del Comune, almeno su piazza Barberini? «Sull'amministrazione di aspettative non ne abbiamo», dice Mantini. «Per arrivare alle agevolazioni di cui parla il documento - spiega - qualcuno sarebbe dovuto venire da noi, almeno per un censimento della situazione, ma nessuno è venuto. E nemmeno è stato chiesto di presentare una domanda, a chi fosse interessato. La questione ha ormai raggiunto i tempi serviti alla sistemazione delle scale. Il discorso è lo stesso: qui non ci si rende conto del perché un problema non possa essere risolto oggi».

Resta più di un cruccio, tra gli operatori che videro chiudere la stazione il 23 ottobre 2018 - quando le scale saltarono trasportando i tifosi del Cska Mosca - per riaverla di nuovo aperta il 26 giugno 2019. E nemmeno per intero. «La metro funziona con quattro scale su sei - ricorda il portavoce del comitato - perché le due danneggiata nell'incidente non sono mai state riattivate. Ancora ci chiediamo perché sia così ad oltre un anno dall'incidente e il fatto peraltro ci preoccupa: cosa succede se un impianto si rompe, chiude di nuovo tutto? E perché, con quattro scale funzionanti su sei, come Repubblica, Barberini riapre solo in uscita?».

L'attenzione è rivolta al Campidoglio. Ieri Svetlana Celli ha depositato una mozione di sostegno gemella, ancora per Barberini, dopo che il primo tentativo venne respinto in aula a novembre, in assenza dei voti della maggioranza grillina. Lo ricorda bene Gabriella Repaci, tra gli operatori della piazza sul Tritone: «A differenza di Repubblica, la mozione che riguardava noi venne bocciata». L'atto non sarà discusso nella seduta di domani, per questioni di tempi, ma «verrà calendarizzato il prima possibile», spiega Celli. Si riuscirà nell'intento? «Se l'amministrazione concederà questa apertura, che posso dire, torneremo a chiederla anche noi», riflette Mantini.
 

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