Roma, scandalo metro A: riparazioni truffa anche a Repubblica

Roma, scandalo metro A: riparazioni truffa anche a Repubblica
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 15 Maggio 2019, 07:58 - Ultimo aggiornamento: 15:19

Eccole che tornano le fascette a tenere unite le scale mobili della metropolitana di Roma. Tra gli aspetti più inquietanti emersi nel corso dell'ultima commissione Trasparenza, tenutasi giovedì 9 maggio, per far luce sulla chiusura a oltranza della stazione di Repubblica è uscito fuori questo dato: le fascette, usate come pezzi di ricambio, sono state adoperate anche qui, oltre che nella stazione Barberini mentre si dovranno aspettare ancora due mesi prima di rivedere l'apertura della metro a pochi passi da via Nazionale. Il crono programma emerso nel corso della commissione parla di altre 8 settimane di attesa dopo che lo snodo era stato interdetto il 23 ottobre dello scorso anno quando 24 tifosi russi del CSKA furono travolti nel crollo di alcuni scalini mentre si dirigevano ai binari. La stazione fu posta sotto sequestro dalla Procura, partirono gli accertamenti e nonostante il via libera (arrivato ormai diverse settimane fa) dei magistrati, la stazione è ancora chiusa.

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Il Campidoglio ha formalmente rescisso il contratto con Metroroma lo scorso 25 marzo, stipulando un nuovo accordo con la ditta Otis per procedere con le verifiche, non solo nella stazione di Repubblica, e nonostante i tempi tecnici (due mesi ancora) necessari per poter riavviare il servizio, potrebbero comunque esserci delle accelerazioni con una riapertura parziale dello snodo. «Atac hanno detto alcuni rappresentanti dell'azienda in commissione farà ogni sforzo possibile per ridurre questo termine immaginando anche una riapertura parziale, nel rispetto rigoroso comunque di tutti i criteri di sicurezza». Due sono le ipotesi: la stazione di Repubblica conta sei scale mobili, si potrebbe già nei primi giorni di giugno riaprirne 4 in entrata e uscita oppure riattivarne 2 in un unico senso. Non è detto, tuttavia, che si riesca nell'impresa. Bisognerà infatti garantire la sicurezza anche nel caso di una riapertura parziale e ottenere il via libera da parte dell'Ustif l'Ufficio speciale trasporti a impianti fissi organo periferico del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Intanto i malumori dei cittadini e dei turisti non sembrano placarsi mentre a piazza della Repubblica c'è un nuovo caso: sono stati piantati (non si sa da chi) decine di alberi senza l'autorizzazione del Servizio giardini che verranno rimossi nei prossimi giorni.
Enormi i disagi che si sono avuti in questi quasi sette mesi di stop al servizio in una zona di Roma centralissima che oltre a Repubblica è stata privata anche della stazione di Barberini mentre quella di Spagna ha riaperto da neanche una settimana. «Mi cospargo di cenere il capo con tutti i cittadini che stanno inevitabilmente soffrendo per questo», ha detto ai microfoni di Radio Roma Capitale, l'ex presidente della commissione Mobilità, Enrico Stefàno. «È una situazione difficile e inaccettabile. Stiamo facendo il massimo e io posso solo chiedere scusa tante volte ai cittadini per questo». Intanto ieri nel corso dell'Assemblea capitolina è stata approvata all'unanimità la mozione presentata dalle consigliere di opposizione Svetlana Celli (Roma torna Roma) e Ilaria Piccolo del Pd, per sollecitare agevolazioni ai commercianti di piazza della Repubblica.

IL CAMPIDOGLIO
Il testo qualche settimana fa era stato bocciato poi si è tenuta la commissione, con tutto quello che ne è seguito anche sulla scarsa efficienza dell'amministrazione comunale e le carte in tavola sono cambiate. «Ci vorranno almeno ancora due mesi spiegano le consigliere e, con la chiusura di agosto per manutenzione, si rischia di arrivare a settembre inoltrato e cioè a un anno di chiusura. Per questo abbiamo riproposto la richiesta di agevolazioni sulle imposte comunali per tutte le attività dell'area disagiata, tra piazza della Repubblica e via Nazionale. C'è la possibilità infatti di appellarsi all'art.1 comma 86 della legge 549 del 1995 secondo cui: I comuni possono deliberare agevolazioni sui tributi di loro competenza, fino alla totale esenzione per gli esercizi commerciali e artigianali situati in zone precluse al traffico a causa dello svolgimento di lavori per la realizzazione di opere pubbliche che si protraggono per oltre sei mesi».
 

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