Il Messaggero a domicilio, l'edicolante di via XXI Aprile: «Facciamo un servizio utile per i cittadini»

Il Messaggero a domicilio, l'edicolante di via XXI Aprile: «Facciamo un servizio utile per i cittadini»
di Laura Larcan
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Domenica 29 Marzo 2020, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 16:57
Saracinesche abbassate su tutta la strada, tranne lei, l’edicola di Diego Cipriani in via XXI Aprile. Baluardo di attività sociale. Una vita a vendere giornali, quella del signor Cipriani, 59 anni a maggio, pronto ora alla nuova “impresa”, consegnare a domicilio le copie del Messaggero secondo la nuova iniziativa lanciata dal quotidiano di Roma. «Ogni giorno mi chiamano in tanti, e cerco di andare da tutti, un amico mi sta dando un mano, perché l’edicola non la chiudo. Le persone ne hanno bisogno». Diego è un altro edicolante che va a sommarsi alla lunga lista di adesioni raccolte già in pochissimi giorni per la consegna porta a porta del quotidiano nelle abitazioni. 

GLI INDIRIZZI DELLE EDICOLE APERTE


«Sono tante le persone che mi chiamano, che ci tengono ad avere tutti i giorni il loro giornale. Poi ci sono le signore anziane, e con loro mi si stringe il cuore. In alcuni casi sono sole, tanto educate, gentili, aprono la porta con le mascherine a coprire il viso, ti ringraziano cento volte». Il sistema avviato da Il Messaggero funziona. Sul giornale viene pubblicato l’elenco delle edicole che hanno aderito al servizio, ci sono i contatti. «In questo modo le persone si fidano. Quando arrivo aprono, c'è un clima tranquillo, sereno. E' piacevole. Senza il giornale è come se gli mancasse il pane, lo vogliono vedere, sfogliare». 

«Una signora che compra il Messaggero nella nostra edicola da cinquant'anni l'altro giorno mi ha fatto trovare una lettera. Sulla busta c'era scritto "Per Mimmo, con tanti ringraziamenti"». Mimmo è il soprannome di Diego («Una lotta tra nonni...uno voleva Diego, una Domenico....mio papà allora ha deciso allora per Diego all'anagrafe, e Mimmo a casa»). E sì che di anni in edicola ne ha passatri, Diego. Il papà ha iniziato nel lontano ‘48. «C’eravamo noi e quella di piazza Bologna.
Poi, il boom
», ricorda. Aveva 17 anni quando ha cominciato a dare una mano a mamma e papà. Dava loro il cambio per un paio d'ore: «era ero ragazzino, erano altri tempi». Ora il sistema del Messaggero a domicilio ha cambiato un po' la routine. «In questo momento mi sento di fare un servizio utile per le famiglie».

 
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