Medici senza la terza dose, la Regione Lazio: saranno sospesi

L’assessore D’Amato: «Applicheremo le stesse norme attuate nel primo ciclo»

Medici senza la terza dose, la Regione Lazio: saranno sospesi
di Camilla Mozzetti
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Martedì 9 Novembre 2021, 22:13 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 08:53

Non sono previsti sconti, al contrario. In un contesto pandemico dove il Sars-Cov-2 è tornato a circolare con insistenza, la vaccinazione diventa l’arma più immediata - ed efficace - per frenare la curva. E i primi che devono tornare a mettersi in sicurezza con la dose “booster”, ovvero la terza dose del vaccino sono medici, infermieri e personale sanitario. Nei confronti dei quali, di fronte a reticenze o ritardi, la Regione Lazio non accetterà giustificazioni di sorta. 

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Le misure

«Siamo pronti a sospendere tutti coloro che rifiuteranno il richiamo - spiega l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato - applicheremo le stesse norme già attuate nel primo ciclo, durante la prima e seconda somministrazione».

E questo perché proprio i camici bianchi e tutto il personale che opera negli ospedali così come negli ambulatori «hanno il dovere morale di vaccinarsi», conclude l’assessore. Una linea dura in sostanza che viene rimarcata anche dall’Ordine dei Medici di Roma e provincia: «Nel nostro territorio - spiega il presidente Antonio Magi - il personale sta svolgendo il richiamo ma è pur vero che ci sono alcuni che, come dire, stanno prendendo tempo e questo chiaramente non può verificarsi». Anche in ragione del fatto che tutti coloro che hanno chiuso il primo ciclo iniziando a vaccinarsi dallo scorso 27 dicembre tecnicamente non hanno più la copertura. Proprio a fine 2020 furono i camici bianchi i primi, insieme agli over 80, a ricevere il vaccino contro gli effetti del Sars-Cov-2, e considerato il tempo massimo di copertura (6 mesi) moltissimi professionisti sono oggi scoperti. Eppure operano in contesti sensibilissimi, come appunto gli ospedali e gli ambulatori, vengono a contatto con malati di ogni tipo, persone fragili e anche pazienti risultati positivi al Covid - i reparti ordinari stanno tornando a riempirsi - ed è per questo dunque che la Regione non accetterà né sopporterà tentennamenti. La terza dose al momento non è obbligatoria per il personale sanitario ma sembra che il governo sia «al lavoro per cambiare le condizioni», conclude il presidente dell’Ordine Magi. Motivo per cui la Regione è pronta a sospendere tutti coloro che tecnicamente rifiutano la terza dose. 

L’andamento dei contagi pur di fronte a numeri altalenanti continua a crescere. Sembrava che nell’ultimo fine settimana tra sabato e lunedì i dati sui nuovi casi fossero scesi ma era un dato falsato dalla riduzione dei tamponi. 

I ricoveri

Ecco infatti che ieri rispetto al giorno precedente, con una ripresa dei test antigenici e molecolari, i positivi sono tornati a salire. In tutta la Regione si sono registrati 773 nuovi casi (324 in più su lunedì). E se l’indice dei decessi resta invariato (12 le persone scomparse nelle ultime 24, otto di queste non erano vaccinate mentre le altre 4 non avevano completato il ciclo) i ricoveri continuano aumentare. Il numero dei degenti che occupa un letto nei reparti ordinari è arrivato a 523 (13 in più sul giorno precedente); una settimana fa si contavano 407 pazienti. Se la crescita dovesse restare costante entro Natale lo scenario potrebbe davvero essere preoccupante. Non a caso proprio le strutture ospedaliere sono entrate in una nuova fase tornando ad allestire altri posti letto per i malati Covid. Ancora: pure l’indice sulle occupazioni in Terapia intensiva non promette nulla di buono in quanto, pur senza nuovi ingressi nelle ultime 24 ore, il dato resta fermo a 61 pazienti, ovvero tre in più rispetto al 2 novembre e nove in più sul 9 ottobre. 

I bambini

Intanto sempre la Regione sta predisponendo le procedure per la vaccinazione dei bambini da 5 a 11 anni, esentati finora dal percorso di immunizzazione. Si attende dagli organi scientifici e dal governo il via libera ma l’unità di crisi è già a lavoro con i pediatri: «La macchina organizzativa - spiega D’Amato - si è messa in moto. Ovviamente attendiamo indicazioni ufficiali ma su Roma sono previsti 15 centri dedicati aperti in orario pomeridiano e nei weekend per favorire la massima partecipazione e lo stesso avverrà nelle province». 

 

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