Non sono previsti sconti, al contrario. In un contesto pandemico dove il Sars-Cov-2 è tornato a circolare con insistenza, la vaccinazione diventa l’arma più immediata - ed efficace - per frenare la curva. E i primi che devono tornare a mettersi in sicurezza con la dose “booster”, ovvero la terza dose del vaccino sono medici, infermieri e personale sanitario. Nei confronti dei quali, di fronte a reticenze o ritardi, la Regione Lazio non accetterà giustificazioni di sorta.
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Le misure
«Siamo pronti a sospendere tutti coloro che rifiuteranno il richiamo - spiega l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato - applicheremo le stesse norme già attuate nel primo ciclo, durante la prima e seconda somministrazione».
L’andamento dei contagi pur di fronte a numeri altalenanti continua a crescere. Sembrava che nell’ultimo fine settimana tra sabato e lunedì i dati sui nuovi casi fossero scesi ma era un dato falsato dalla riduzione dei tamponi.
I ricoveri
Ecco infatti che ieri rispetto al giorno precedente, con una ripresa dei test antigenici e molecolari, i positivi sono tornati a salire. In tutta la Regione si sono registrati 773 nuovi casi (324 in più su lunedì). E se l’indice dei decessi resta invariato (12 le persone scomparse nelle ultime 24, otto di queste non erano vaccinate mentre le altre 4 non avevano completato il ciclo) i ricoveri continuano aumentare. Il numero dei degenti che occupa un letto nei reparti ordinari è arrivato a 523 (13 in più sul giorno precedente); una settimana fa si contavano 407 pazienti. Se la crescita dovesse restare costante entro Natale lo scenario potrebbe davvero essere preoccupante. Non a caso proprio le strutture ospedaliere sono entrate in una nuova fase tornando ad allestire altri posti letto per i malati Covid. Ancora: pure l’indice sulle occupazioni in Terapia intensiva non promette nulla di buono in quanto, pur senza nuovi ingressi nelle ultime 24 ore, il dato resta fermo a 61 pazienti, ovvero tre in più rispetto al 2 novembre e nove in più sul 9 ottobre.
I bambini
Intanto sempre la Regione sta predisponendo le procedure per la vaccinazione dei bambini da 5 a 11 anni, esentati finora dal percorso di immunizzazione. Si attende dagli organi scientifici e dal governo il via libera ma l’unità di crisi è già a lavoro con i pediatri: «La macchina organizzativa - spiega D’Amato - si è messa in moto. Ovviamente attendiamo indicazioni ufficiali ma su Roma sono previsti 15 centri dedicati aperti in orario pomeridiano e nei weekend per favorire la massima partecipazione e lo stesso avverrà nelle province».