Negli istituti superiori (che sono 345 ndr) – con un exploit dei voti brillanti registrato a sorpresa in periferia – si sono raggiunti 273 giudizi eccellenti ovvero il 40% dei risultati migliori segnati in tutto il territorio regionale. Entrando nel dettaglio, sono i licei – come percorso di studio – ad aver avuto la meglio con l’1,6% delle lodi rispetto ai Tecnici e ai Professionali che si sono, invece, fermati rispettivamente allo 0,3% e allo 0,2%. Per quest’ultimi, il trend è analogo a quello dello scorso anno ma approfondendo l’analisi sugli indirizzi si scoprono delle novità.
Il Liceo Classico con il 3,5%, si porta a casa un +0,5% rispetto ai voti eccellenti della Maturità 2018. E lo stesso fa l’Artistico (+0,6%). Lo Scientifico, invece, resta stabile: un anno fa aveva totalizzato il 2% dei 100 e lode e quest’anno fa lo stesso. Crolla il Linguistico che raccoglie lo 0,7% delle lodi in città perdendo qualcosa rispetto all’esame di Stato pre-riforma. Un anno fa, infatti, i voti migliori rappresentato l’1,2%. Deludente la resa del liceo Musicale e coreutico. Se alla Maturità del 2018, infatti, aveva raccolto il 3,8% delle lodi dei licei romani, quest’anno non ne consegue nessuna. Passando agli istituti Tecnico-professionali si scopre poi come le “classi” di voto principali sono state quelle tra 61 e 70 e tra 71 e 80. Nei primi istituti – a indirizzo Economico e Tecnologico – il 39,7% degli studenti ha conseguito un voto compreso tra la sufficienza e il 71, mentre il 26,7% ha oscillato tra 71 e 80. Stessi risultati – con delle piccole variazioni – quelli raggiunti dai professionali. Il settore “Industria e artigianato” ha visto il 34,8% degli studenti diplomarsi nella classe “61-70”, mentre l’indirizzo “Servizi” nello stesso range ha totalizzato il 38,5% delle promozioni.
Di certo, chiusi gli esami, ora si dovrà passare al “metodo” di insegnamento dei professori in vista del prossimo esame di Stato. «Con le modifiche apportate – spiega il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Mario Rusconi – che hanno premiato la preparazione dei ragazzi, cambiando l’approccio sulla classica verifica, anche i professori dovranno allargare gli orizzonti del proprio insegnamento. Allo stesso modo con cui è stato chiesto ai maturandi di mostrare una visione molto ampia sull’apprendimento e sullo studio».
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