Roma, Mastrapasqua a giudizio per la truffa all’Israelitico

Roma, Mastrapasqua a giudizio per la truffa all’Israelitico
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Mercoledì 26 Giugno 2019, 11:00
Un ospedale trasformato in una sorta di centrale di produzione di false attestazioni per gonfiare le richieste di rimborso alla Regione Lazio. Era questo, per la Procura, l’Israelitico, gestito, tra il 2012 e il 2014, dall’allora direttore generale ed ex presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua. Per questo motivo il manager ed altre 15 persone, tra dirigenti, medici e operatori, sono stati rinviati a giudizio, a seconda delle varie posizioni, per falso e truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. Sistema sanitario nazionale che, secondo gli inquirenti, avrebbe sborsato 12 milioni di euro a favore del nosocomio. Soldi non dovuti e incassati dall’ospedale grazie a un sistema ingegnoso di finti rimborsi. Dania Roscani e Antonio Cannistrà, amministrativi della struttura, hanno deciso di patteggiare due anni di carcere. Prosciolto Riccardo Pezzi, responsabile del servizio prevenzione e protezione dell’Israelitico.

Si tratta della vicenda che il 21 ottobre 2015 portò Mastrapasqua agli arresti domiciliari (poi revocati) ed alle sue dimissioni dall’incarico di vertice all’Israelitico. Ad avviare l’indagine i pubblici ministeri Corrado Fasanelli e Maria Cristina Palaia, secondo i quali l’ospedale, nel periodo della gestione dell’ex presidente dell’Inps, fu trasformato in una sorta di centrale di produzione di false attestazioni per gonfiare le richieste di rimborso. Dagli accertamenti emerse un meccanismo truffaldino in cui gli imputati avrebbero operato al fine di alterare la tipologia di interventi eseguiti: soprattutto le biopsie prostatiche e tiroidee e la correzione dell’alluce valgo. Il tutto, ovviamente, con un unico obiettivo: quello di incassare rimborsi maggiorati. All’interno del nosocomio, secondo l’accusa, sarebbero state inoltre messe in atto modifiche dello stato dei luoghi, della destinazione d’uso dei locali e delle attività sanitarie per mascherare lo svolgimento di attività irregolari e l’erogazione parziale, in carenza di autorizzazione, dei servizi di assistenza domiciliare.

Interventi in day hospital fatti passare per ricoveri di lunga permanenza per ottenere più rimborsi possibile dalla Regione. Ambulatori che cambiavano di destinazione quando arrivavano le ispezioni dell’Asl, in modo da attestare la compatibilità e ricevere l’autorizzazione. Medici che falsificavano le cartelle cliniche. La procura ottiene il processo sulla maxi truffa da 12 milioni di euro ai danni del sistema sanitario nazionale. A dibattimento sono finiti, oltre all’ex presidente dell’Inps ed ex dg Mastrapasqua, anche l’allora direttore sanitario Luigi Antonio Spinelli e il vice direttore amministrativo Tiziana D’Agostini. Ma anche lo stesso nosocomio è accusato di non aver adottato un modello organizzativo che prevenisse che le truffe venissero consumate. 

Secondo gli inquirenti i sanitari, con l’avallo dei vertici amministrativi della struttura, alteravano la tipologia degli interventi effettuati, facendo passare operazioni tipo le biopsie prostatiche e tiroidee, e le correzione dell’alluce valgo, come interventi più costosi. Ma le falsificazioni non riguardavano solo le cartelle cliniche. A volte all’Israelitico andava in scena un vero e proprio teatrino: gli indagati, per permettere che l’ospedale fosse accreditato a compiere determinati interventi chirurgici, alteravano perfino lo stato dei luoghi. 
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