Anche se a chiederle un commento, la Marini Clarelli replica «è ancora troppo presto per parlarne». Una nomina attesa, quella della nota storica dell’arte, romana, classe ‘58, un curriculum all’altezza del ruolo, molto stimata negli ambienti del M5S, già solida sovrintendente dell’istituzione statale di Valle Giulia, e dal 2015 - dopo l’arrivo di Cristiana Collu alla Gnam con il concorso internazionale voluto dall’ex ministro Dario Franceschini - al servizio Ufficio studi del Ministero dei Beni culturali.
Il suo nome è stato subito tra i super favoriti per il turn over alla poltrona più autorevole e più ambita da Sovrintendente di Roma. Una pole position che Il Messaggero ha svelato nel giugno del 2018, a poche ore dalla pubblicazione del bando del Campidoglio dopo la scadenza del mandato dell’archeologo Claudio Parisi Presicce. Dirigente di lungo corso, Presicce ha la direzione ad interim fino a marzo. Insomma, è tempo di consegnare il testimone. Un passaggio non da poco, a fronte di un traguardo farraginoso.
A fine novembre il suo nome spiccava nella rosa dei tre finalisti, accanto al classicista della Sapienza Marcello Barbanera e all’archeologa del Mibac Mirella Serlorenzi.
Eppure, da allora, l’annuncio della nomina è stato rimandato. Si è ipotizzato anche che la Marini Clarelli potesse “volare” alla Galleria dell’Accademia di Venezia, altra nomina attesa per la storica dell’arte.
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