Omicidio Vannini, il giallo delle intercettazioni: le telefonate di Ciontoli mai annotate

Ladispoli, caso Vannini: il giallo delle intercettazioni
di Emanuele Rossi
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Lunedì 2 Dicembre 2019, 09:59

Un vuoto di due ore in cui Antonio Ciontoli, l’uomo che ha ucciso Marco Vannini, ha effettuato diverse chiamate che però non sono state mai intercettate. Un altro mistero, l’ennesimo sul caso del giovane cerveterano ferito mortalmente con un colpo di pistola a Ladispoli la sera del 17 maggio 2015 proprio dal sottoufficiale della Marina militare e arruolato nei servizi segreti.
Dai documenti relativi ai tabulati telefonici e alle varie intercettazioni disposte dopo il decesso del ragazzo dal pm civitavecchiese, Alessandra D’Amore, risulta che Antonio Ciontoli, padre della fidanzata di Marco, sia stato intercettato la prima volta alle ore 22.29 del 18 maggio.

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Oltre due ore dopo rispetto al resto dei suoi familiari (la moglie Maria Pezzillo, i figli Martina e Federico e Viola Giorgini, fidanzata di quest’ultimo). Più di due ore dopo rispetto persino ai genitori della vittima, Marina Conte e Valerio Vannini. C’è un colloquio telefonico ufficiale ad esempio con un collega di Ciontoli: «Gigi è stato in contatto con Giuseppe», dice l’uomo sconosciuto tranquillizzando in un certo senso l’ex 007 in quei momenti concitati. Una frase in codice? Ma ci sono altre chiamate mai “annotate” dagli investigatori ad un altro collega di Ciontoli e persino allo Stato Maggiore dell’Esercito.
Che cosa si saranno detti? Perché il gestore telefonico ha materialmente agganciato le chiamate dell’omicida per ultimo rispetto agli altri? Anomalia tecnica? Domande senza risposta. Il contenuto di quelle conversazioni forse non si saprà mai. Dura reazione dei Vannini.
«Il reo confesso è stato intercettato svariate ore dopo rispetto a noi che eravamo distrutti e piangevamo nostro figlio. È un contorno torbido: l’ennesima vergogna di queste indagini», commenta Marina Conte, mamma di Marco Vannini. Prevista intanto per il prossimo 7 febbraio l’udienza in Cassazione. Antonio Ciontoli è stato condannato in secondo grado a 5 anni per omicidio colposo, i familiari a 3 per lo stesso reato. Viola Giorgini, fidanzata di Federico Ciontoli, è stata invece assolta dall’accusa di omissione di soccorso. «Confidiamo in un ribaltamento dei giudici», conclude Valerio Vannini.

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