I marciapiedi della Capitale sembrano giardini spontanei: erbacce, cespugli alti anche mezzo metro, persino arbusti che hanno l'ambizione di diventare alberelli. Una piccola giungla che spesso si allarga e si estende anche agli spartitraffico o alle buche sulle carreggiate. Il tutto mentre monta l'ira dei cittadini, che stanno riempiendo i social di foto delle loro vie sempre più preda del degrado. In Centro come nelle periferie. Immagini non sfuggite neppure all'amministrazione comunale. Che a metà settimana - con il capo di gabinetto, Albino Ruberti e un delegato dell'assessore all'Ambiente, Sabrina Alfonsi - ha convocato i presidenti dei Municipi per avviare le azioni di diserbo. Anche perché, in Campidoglio, hanno scoperto che solo 5 ex circoscrizioni su 15 hanno iniziato le operazioni.
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LO STOP
A Roma le attività di diserbo sono di fatto ferme da fine 2020, quando l'ex giunta di Raggi decise di eliminare dai compiti dell'Ama l'estirpazione delle erbacce.
Come detto soltanto cinque Municipi si sono mossi nella direzione auspicata da Palazzo Senatorio. Dal I racconta la presidente Lorenza Bonaccorsi: «Abbiamo fatto un piccolo accordo ponte: man mano che con Ama lanciamo le pulizia straordinarie nelle principali arterie, affianchiamo i netturbini con i nostri addetti del servizio giardini per togliere le erbacce». Affidamenti e gare ponte le hanno lanciate anche i Municipi VIII, XI e XV, mentre si è vista stoppare dalla Ragioneria la giunta del II, che pure aveva provato a risolvere il problema con risorse proprie. È pronto a partire a giugno il presidente del VI, Nicola Franco: «Taglieremo l'erba alta con ditte esterne nelle strade di competenza del Servizio giardini. Abbiamo messo a disposizione 280 mila euro». Intanto Andrea De Priamo, consigliere di FdI, ha chiesto una convocazione urgente della commissione: «Bisogna capire che cosa non sta funzionando: è un problema di risorse o di procedure?». Aggiunge dalla Lega Fabrizio Santori: «L'erba alta agli incroci crea problemi anche di sicurezza stradale».