Agli arresti domiciliari con l'obbligo di indossare il braccialetto elettronico: è stato messo, finalmente, in condizioni di non nuocere il maniaco del parco, il 30enne di Marino accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di due donne sorprese sole, in tarda serata, al parco della Pace di Cava dei Selci. Gli abusi, perpetrati a fine agosto a distanza di tre giorni l'uno dall'altro, avevano destato un forte allarme in tutta la popolosa area a valle di Marino, tra le frazioni di Santa Maria delle Mole e Cava dei Selci, divise dalla via Appia e dal parco della Pace. Una vasta zona verde attrezzata dove l'uomo, un operaio già noto alla forze dell'ordine per precedenti specifici e atti persecutori, aspettava di colpire le sue vittime.
LA PAURA
Si ipotizza che oltre alle due donne che hanno avuto la forza di denunciare i fatti ce ne siano altre che, invece, hanno scelto di sottacere e dimenticare in fretta l'accaduto, visto che nei due borghi alla periferia di Marino le voci sulla presenza di un orco al parco della Pace si susseguivano già da alcune settimane.
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L'IDENTIKIT
A inchiodare l'uomo i riscontri fotografici che gli investigatori dell'Arma hanno sottoposto alle due vittime. Dopo le denunce i carabinieri hanno selezionato i fascicoli giudiziari degli abitanti della zona già noti per precedenti specifici. Tra questi quello dell'uomo di cui era stato elaborato nell'immediato un identikit sulla scorta delle descrizioni fornite dalle donne. Entrambe, dopo aver visionato la fotografie dell'uomo non hanno avuto dubbi nel riconoscere l'aggressore. Un indagine risolta in pochi giorni, ma i tempi tecnici necessari alla burocrazia giudiziaria, in osservanza delle procedure penali, hanno richiesto alcune settimane prima che l'operaio potesse finire in manette. Nel frattempo i militari della compagnia di Castel Gandolfo, comandati dal capitano Davide Acquaviva, hanno intensificato i controlli sul territorio, con pattuglie, uomini in borghese e posti di blocco.
I CONTROLLI
Ulteriore deterrente i lampeggianti e le barre luminose montate sopra le gazzelle dei carabinieri che rischiaravano ogni sera la zona intorno al parco e le strade meno illuminate. Gli ulteriori riscontri ricavati dalla visione dei filmati di diversi sistemi di videosorveglianza e vari altri gravi indizi di colpevolezza che inchioderebbero il 30enne hanno, infine, indotto il Gip del tribunale di Velletri a disporre la misura cautelare per violenza sessuale, aggravata dalla minore età della prima vittima. L'uomo nel 2018 era già stato condannato, con sospensione condizionale della pena, per stalking ai danni di una vicina di casa. I ripetuti atti persecutori ai danni della donna, costretta a convivere con un forte stato d'ansia, con la paura di uscire di casa se non accompagnata da familiari o amici, l'avevano convinta a denunciarlo. Le prove raccolte a carico dell'operaio di Marino, però, gli valsero una condanna inferiore ai due anni, tale da consentirgli di tornare subito libero. Nel territorio di competenza della compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo si contano nell'ultimo anno decine di interventi su casi di violenza di genere.
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