Luca Sacchi, la famiglia festeggia il compleanno con una partita: «Invece di piangere in campo per lui»

Luca Sacchi, la famiglia festeggia il compleanno con una partita: «Invece di piangere in campo per lui»
di Raffaella Troili
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Mercoledì 19 Febbraio 2020, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 09:29

Il primo compleanno senza Luca. La musica in campo dei “tanti auguri”, un grido al cielo “Auguri Luca”. Mamma Tina e papà Alfonso si sono fatti forza e non sono rimasti dentro casa: «Dai Tina, usciamo, chiamiamo tutti». Hanno scelto un luogo caro al figlio, colpito a morte la notte del 23 ottobre scorso davanti a un pub in via Bartoloni, e tutti sono arrivati: parenti e amici. Indossavano una maglietta con scritto sopra il suo nome e si sforzavano di sorridere per lui, Avrebbe compiuto 25 anni, se in quella notte assurda non si fosse trovato dentro una storia di droga più grande di lui. Così con una partita di calcio nella polisportiva De Rossi all’Appio Latino dove il figlio ha giocato a lungo Tina Galati e Alfonso Sacchi hanno voluto ricordare il compleanno del figlio. Galati contro Sacchi e poi un buffet come nulla fosse.

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A Tina è costato tanto: «È il primo compleanno che preparo senza lui. Avrei voluto restare a casa solo noi tre, anzi noi quattro Ma mio marito ci teneva mi ha detto “cosi da soli stiamo troppo male”. Quante volte l’ho portato qui. Anche questo è il messaggio che volevamo dare: Luca non è un delinquente, non ha niente in comune con quelle persone si vede dalla faccia... se noi siamo così, lo era anche lui». E il papà, fiero: «Qui al De Rossi Luca è cresciuto, fino ai Giovanissimi, era un attaccante, era forte, hanno vinto un titolo regionale. Luca non c’entra niente con altri mondi, con i delinquenti, aveva solide basi alle spalle». Ci sono tutti. L’avvocato Armida Decina anche lei tra i tifosi in maglietta, le ha fatte preparare per l’occasione il presidente Giorgio Quadrini, tutte con il numero 25: «È un’occasione di festa che ha deciso la famiglia di Luca pensando fosse il modo migliore per ricordarlo dato che era un giovane sportivo, pieno di gioia di vivere».

 

 


Quanto al processo alle porte papà Alfonso ha un’idea chiara: «Non mi aspetto che gli imputati parlino non l’hanno mai fatto finora mi aspetto solo una pena seria». Il riferimento è anche ad Anastasia: «Ce l’ha portato via». Col senno di poi tante cose strane sono affiorate nei ricordi: «Dopo le vacanze era cambiata. Non salutava più quando veniva a casa, le faceva comodo avere a fianco un ragazzo di buona famiglia e se l’era venuto a riprendere». È una serata dolce amara. Il cugino Roberto Galati prima di entrare in campo spiega: «È chiaro che oggi abbiamo pianto tutti ma è meglio sorridere. Luca avrebbe voluto questo. Non avrebbe voluto musi lunghi e lacrime. Fare sport è il modo migliore per ricordarlo». Inizia la partita, si alzano i cori: «Olè olè olè Luca, Luca....». 
 

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