Luca Sacchi, il superteste su Anastasia: «Aveva lei i soldi per la droga»

Luca Sacchi con la fidanzata Anastasia ancora felici
di Alessia Marani
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Lunedì 27 Gennaio 2020, 10:10

Non sarà tra gli imputati, ma la sua testimonianza, come quella di Valerio Rispoli, sarà fondamentale al processo che si aprirà il 31 marzo per delineare come si sono svolti i fatti nella notte tra il 23 e il 24 ottobre, quando Luca Sacchi è stato ucciso davanti al John Cabot Pub all'Appio Latino. Simone Piromalli, 27 anni, quella sera aveva accompagnato l'amico Valerio Rispoli in via Latina per sincerarsi, per conto del pusher Valerio Del Grosso - altro amico comune ed esecutore materiale del delitto - che i ragazzi dell'Appio avessero i soldi per la compravendita di marijuana. Il gruppo di amici a Casal Monastero aveva già fatto parlare di se, tra scorribande nei condomini e qualche lite animata.

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«Sì, quella ragazza bionda, Anastasia, ci mostrò la borsa rosa con dentro tutti quei soldi. Con lei, nel luogo dell'appuntamento, c'era anche Luca Sacchi. Quando, un'ora dopo, l'ho rivisto per terra, sanguinante, tra le sue braccia l'ho subito riconosciuto dalla tuta che indossava». Tre mesi dopo, Simone (che non è indagato) riporta alla memoria quei fatti. Il ragazzo è a casa, «sto studiando e tra poco inizia il derby, gioca la Roma e non mi va di parlare più di tanto», dice. Ma quanti soldi c'erano nello zainetto di Anastasia? «L'avete detto, l'avete scritto. Ne sapete più voi giornalisti...». Gli inquirenti sostengono ci fossero settantamila euro, non sono un po' tanti per entrare nella borsa di Nastja? «Non è che alla fine siano troppi, ci stanno, e là dentro c'erano tanti soldi».
Simone la sera del 24 ottobre alle 23,30 venne convocato dagli investigatori e di fronte ai poliziotti e ai carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci che hanno portato avanti le indagini, fornì una prima ricostruzione dei fatti. Dopo venti minuti, però, cambiò versione e cominciò a raccontare di come Rispoli gli avesse chiesto di accompagnarlo ai Colli Albani, «dietro un piccolo compenso», a parlare con un ragazzo (Giovanni Princi, ora in carcere) per definire i termini di una cessione di marijuana.
 



I carabinieri non mi hanno più richiamato, non sono più stato sentito da nessuno neanche in Procura - spiega Simone -, adesso si andrà a processo, per me vale quello che ho messo a verbale, se necessario lo ripeterò». Rispetto alla versione resa da Rispoli ci sono delle discrepanze su chi fosse presente alla trattativa, per esempio Rispoli (anche lui non indagato) non cita la vittima, Luca. «Forse non se lo ricordava lì per lì, ma c'era, non credo passasse per caso». Simone è rimasto in contatto con Del Grosso (accusato dell'omicidio insieme a Paolo Pirino che lo accompagnò all'Appio per rapinare lo zaino con i soldi e, nell'occasione, sparò a Sacchi) fin dal giorno dell'arresto. «L'amico mio sta male, giura che è pentito».
«Ci scambiamo email dal lunedì al venerdì - racconta il ventisettenne - immagino sia sollevato dalla chiusura delle indagini perché così potrà lasciare l'isolamento. Di tutta questa storia, mi spiace per quel ragazzo morto, ma tanto anche per Valerio. Non passa giorno che non dica che si è pentito, è dispiaciuto, davvero non è felice per quello che ha fatto. Io? Continuo la vita mia, quella sera che sono uscito tutto pensavo meno che sarebbe accaduta una tragedia del genere».
 

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