Luca Sacchi, nei tabulati gli accordi presi sulla droga

Luca Sacchi, nei tabulati gli accordi presi sulla droga
di Alessia Marani e Camilla Mozzetti
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Lunedì 4 Novembre 2019, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 11:31

I primi risultati sul fitto elenco dei tabulati telefonici e dei cinque apparecchi nelle mani degli inquirenti dovrebbero arrivare oggi per poter iniziare a delineare la rete di contatti e di rapporti che si celano dietro la compravendita di droga mai portata a termine la sera del 23 ottobre scorso, in via Latina, sfociata poi nella rapina e nell'omicidio di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso dal colpo di un revolver calibro 38. E da quegli elenchi, che planeranno poi sul tavolo del pubblico ministero Nadia Plastina, dovrebbero emergere quasi certamente i contatti tra due figure che in questa tragedia ricoprono stando alle sommarie informazioni finora raccolte il ruolo di ponte tra i due gruppi (quello di Sacchi e della fidanzata Anastasia Kylemnyk e quello di Valerio Del Grosso e del suo complice, Paolo Pirino) e il ruolo di intermediario per conto del pasticcere di Casal Monastero. Si tratta di Giovanni Princi e Valerio Rispoli. Due figure che all'indomani dell'omicidio di Sacchi parevano non aver mai avuto contatti se non la sera stessa della tragedia.

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I RAPPORTI
Da quanto ricostruito dagli inquirenti, invece, e dalle deposizioni rese, Princi con precedenti per droga e amico del personal trainer ucciso , conosceva anche Rispoli da alcuni anni. I due si erano persi di vista e poi, così com'è successo tra Princi e Sacchi, si sarebbero rincontrati. Sembrerebbe che sia stato Princi a cercare Rispoli non solo telefonicamente ma recandosi anche a Casal Monastero per rintracciare un po' di erba da acquistare. È lo stesso Rispoli a raccontarlo agli amici. Ora, a fronte di quello che diranno i tabulati e i loro cellulari nelle mani degli inquirenti già dalla notte del 24 ottobre quando sono stati arrestati Del Grosso e Pirino i due dovranno puntualizzare e spiegare i loro trascorsi. Perché è ragionevole credere che proprio da questo contatto sia nato il tutto. Rispoli, una volta raccolta la richiesta di Princi, avrebbe parlato con Del Grosso dell'affare che poteva profilarsi: soldi buoni e certi in cambio di un po' di marijuana per dei ragazzi dell'Appio Latino da reperire in ambienti dove lo spaccio non mostra alcuna timidezza ma divora, al contrario, angoli di borgata e vite umane.

LA TRATTATIVA
Così la trattativa sarebbe partita alcuni giorni prima della sera del 23 ottobre quando i due gruppi concordano l'appuntamento per lo scambio. Del Grosso avrebbe preso accordi con Paolo Pirino inviando sul posto, in via Latina, i suoi due intermediari che conosce da anni perché ci è cresciuto insieme frequentando anche le stesse scuole. Rispoli quella sera si porta dietro Simone Piromalli anch'esso amico di lunga data del pasticcere di Casal Monastero con il compito preciso di vedere se questi ragazzi avevano davvero il denaro per pagare la droga. Il ruolo di Rispoli e Piromalli come emergerà poi dalle deposizioni rese in Questura si ferma qui. I due arrivano all'appuntamento, incontrano Princi e vedono i soldi perché una ragazza riconosciuta poi in Anastasia mostra loro lo zainetto aperto che contiene alcune mazzette da 20 e 50 euro. In quel momento c'è anche Luca Sacchi ma il giovane è defilato: qualche metro più distante da Princi e dalla Kylemnyk sulla quale gli inquirenti stanno lavorando per capire se anche lei conoscesse qualcuno del gruppo di Casal Monastero. Rispoli e Piromalli, però, non sanno cosa ha orchestrato Del Grosso e il suo complice. Credono che lo scambio si faccia ma poi da dentro il pub John Cabot sentono un fragore simile all'esplosione di un colpo di pistola e capiscono, come dirà poi Piromalli, che «qualcosa è andato storto nella compravendita dello stupefacente».

IL REVOLVER
Non sanno spiegarsi dove Del Grosso e Pirino abbiano recuperato quell'arma, un revolver calibro 38, di cui non è stato ritrovato nulla. Neanche il tamburo che Del Grosso avrebbe gettato tra le sterpaglie di via Belmonte in Sabina, all'altezza dello svincolo del Grande raccordo anulare. Lo stesso posto dove gli agenti di polizia hanno invece ritrovato la mazza da baseball usata durante l'aggressione che avrebbe colpito anche Luca Sacchi. Gli inquirenti non escludono che l'arma non sia stata smontata né distrutta ma nascosta o riconsegnata a chi l'aveva data al pasticcere e al suo complice che, tuttavia, una volta arrestato ha detto di non sapere che Del Grosso avesse con sé una pistola. E qui entra in gioco un'altra borgata, regno incontrastato dello spaccio romano: Tor Bella Monaca dove i due, dopo l'omicidio, sono passati per disfarsi dello zainetto rubato alla Kylemnyk e forse anche del revolver. Non è escluso che proprio a Torbella Del Grosso e Pirino abbiano trovato qualcuno che li armasse. Magari per il tramite di qualche loro amico, rampollo delle ndrine di Platì, che vive tra i lotti di San Basilio.
 

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