Luca Sacchi, il padre: «Anastasia non so più chi sia»

Luca Sacchi, il padre: «Anastasia non so più chi sia»
di Camilla Mozzetti
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Sabato 30 Novembre 2019, 09:06
«Mio figlio è morto due volte». La notizia dell'arresto ieri mattina all'alba di Giovanni Princi e dell'obbligo di firma per Anastasia Kylemnyk, fidanzata di Luca, ha gettato la famiglia Sacchi in un atroce sconforto. Perché lei «era una seconda figlia», e lui, Giovanni, «un amico che Luca aveva ritrovato dopo che si erano persi finito il liceo». Sembravano solo bravi ragazzi con una vita davanti ancora da disegnare e invece si sono trasformati in «traditori». Non ci crede papà Alfonso che il figlio morto ammazzato per il colpo di un revolver calibro 38 fosse in qualche modo a conoscenza o implicato nei giri loschi messi a segno e organizzati da quella ragazza ucraina, a cui aveva spalancato le porte di casa, e da qual giovane che si era anche ritrovato in vacanza quest'estate.

Signor Alfonso, nell'ordinanza del gip, Anastasia appare come la ragazza che «ha agito con freddezza e professionalità, nella gestione della trattativa (per l'acquisto di droga ndr), l'incarico affidatole di detenzione del denaro e di partecipazione allo scambio». Come giudica queste parole?
«Fino a qualche giorno fa potevo dire di conoscere Anastasia. Ora non so più chi sia questa ragazza a cui io e mia moglie abbiamo aperto le porte di casa accogliendola come una figlia».

Quanto si sente ferito dalla ricostruzione compiuta dagli inquirenti?
«È stato un altro colpo, un colpo tremendo per me e mia moglie, i miei dubbi non erano infondati. Le ripeto: Anastasia era una seconda figlia, sapevano anche che nell'ultimo periodo si era trovata un secondo lavoro oltre a fare la baby-sitter. Dava qualche ripetizione».

E invece secondo le indagini ha ricoperto il ruolo di cassiera per 70mila euro destinati all'acquisto di marijuana.
«Siamo rimasti sconcertati nell'apprendere una cifra simile. Non riusciamo a capacitarci né a realizzare il mondo che c'è dietro».

Giovanni Princi, altra figura centrale nell'omicidio di suo figlio: è lui che ha avviato la trattativa per l'acquisto di droga, l'amico di infanzia di Luca.
«Vorrei puntualizzare che le amicizie di infanzia sono altre. Luca conobbe Giovanni quando quest'ultimo arrivò all'ultimo anno del liceo privato scientifico Kennedy. È li che si sono conosciuti e già all'epoca Giovanni veniva descritto come una testa calda. Ma erano ragazzi poi si sono persi di vista».

Saprebbe indicare il momento preciso nel quale Princi ha riallacciato i rapporti con suo figlio?
«Poco prima di quest'estate, perché mio figlio aveva la passione per le moto e anche Giovanni. Lo vedevo sotto casa».

E poi?
«E poi me lo sono ritrovato anche in vacanza. Ad agosto con mia moglie, i miei figli e Anastasia siamo partiti per Auronzo di Cadore. Una volta arrivati, ho scoperto che in un paesino vicino c'era anche Giovanni con la fidanzata Clementina e stavano con noi durante le escursioni».

Come si comportava Princi?
«Un po' spavaldo, un po' presuntuoso come quelli che hanno l'abitudine a fare i capetti ma Luca non era un succube, affatto».

Ha percepito in quelle giornate un particolare feeling tra Anastasia e Princi?
«Non sono bravo in questo, mia moglie forse, io non posso dire di sì ma neanche affermare il contrario. Tutti e due, Giovanni e Anastasia se hanno sbagliato dovranno pagare perché a noi Luca non ce lo ridarà mai nessuno».

Suo figlio dalle carte dell'ordinanza appare coinvolto nella vicenda.
(Risponde l'avvocato dei Sacchi, Armida Decina, presente durante l'intervista ndr) «Non ci sono elementi per dire che fosse coinvolto, partecipe o consapevole della compravendita di sostanza stupefacente. È il procuratore Michele Prestipino ad averlo detto».

 
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