Luca morto per le buche a Roma, ditte dei lavori a processo: «Manutenzione carente»

Luca morto per le buche a Roma, ditte dei lavori a processo: «Manutenzione carente»
di Adelaide Pierucci
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Giovedì 17 Giugno 2021, 06:58 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 16:43

Luca Tosi Brandi voleva fare l'infermiere. E ogni giorno partiva da Guidonia per frequentare la facoltà di Scienze infermieristiche all'ospedale Sant'Andrea, a Roma.
Anche il 12 dicembre del 2018 era andata così. Era andato all'Università, aveva sostenuto un esame e, soddisfatto del voto, un ventinove, era risalito sulla sua Yamaha 125 per tornare a casa. Luca è morto quel giorno. Aveva 20 anni. Ora, insieme a Elena Aubry, la motociclista morta sull'Ostiense, è diventato un simbolo delle vittime della strada. L'ha ucciso l'asfalto sconnesso di un tratto di via del Labaro, contrassegnato da una gobba e una buca, non troppo visibili in lontananza. Ieri il gip Paola della Monica ha accolto la tesi della procura e rinviato a giudizio i responsabili della ditta incaricata della manutenzione della strada con l'accusa di omicidio stradale. Il processo si aprirà il primo giugno del 2022.

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LE ACCUSE
I due indagati, Vita C.

e Mauro M., responsabili della ditta Sisters Immobiliare, secondo il pm Erminio Amelio che aveva chiesto il processo, in violazione del contratto di appalto firmato con l'amministrazione comunale nel febbraio 2018, e con scadenza a fine dicembre dello stesso anno, non si sarebbero occupati della «manutenzione ordinaria, sorveglianza e del pronto intervento, indispensabili per garantire la sicurezza stradale veicolare e pedonale in via del Labaro, all'altezza del civico 125 B, causando la morte di Luca Tosi Brandi».

 


La procura, invece, non aveva ravvisato alcuna responsabilità nell'operato dei funzionari del Campidoglio, perché, nonostante gli accertamenti, non sarebbe emerso che la pericolosità del tratto fosse stata segnalata agli uffici comunali competenti. A certificare la presunta responsabilità della ditta, oltre al filmato ricavato da due impianti di videosorveglianza, una ricostruzione 3D, con cui il perito incaricato dal magistrato ha mappato la via. Il motociclista, è stata la conclusione degli accertamenti, a causa della buca e della gibbosità, «entrambe non segnalate, nel tentativo di evitarle perdeva il controllo della moto...«Nonostante - si legge nell'atto di accusa - procedesse nel rispetto dei limiti di velocità».


«Mio figlio - ha detto Luigi Tosi Brandi - si è ritrovato catapultato contro lo spigolo del cancello di una villa. Nemmeno il casco integrale lo ha salvato». E la mamma ha aggiunto: «La vita senza Luca non è vita. Ora siamo aggrappati ai tempi del processo che inizierà tra un anno».
 

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