L'occupazione del liceo “Righi”, il direttore regionale al preside: «Chiamare la polizia»

L'ingresso del liceo "Righi" con alcuni studenti
di Francesco Pacifico
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 11:35

Tolleranza zero verso i ragazzi che occupano alle superiori: i presidi devono identificare gli studenti che partecipano a questo tipo di manifestazione e chiamare la polizia, anche per sgomberare, se si verificano violenze o danni all’interno degli istituti. Tocca ai genitori pagare eventuali danni e, se si rifiutano, scatterà per i ragazzi e le famiglie anche una denuncia in Procura. Dopo l’occupazione del liceo scientifico statale "Augusto Righi" in via Campania, vicino a via Veneto, è stato chiaro il direttore didattico regionale, Rocco Pinneri, anche dopo aver sentito la preside Monica Galloni, titubante sulla possibilità di avvertire le forze dell’ordine. Pur mantenendo la calma e con l’obiettivo di non scatenare polemiche pubbliche, il provveditore si è detto molto preoccupato sia per le ore di lezioni che si stanno perdendo - in un anno poi dove soltanto da poche settimane si è potuto rientrare in classe - sia per il rischio di assembramenti, inaccettabili con l’aumento dei contagi di Covid in città. Da qui la richiesta di non fare sconti agli studenti che occupano, ma con la promessa di riceverli per discutere i problemi della scuola - come i disagi per trasporti o le difficoltà della Dad - soltanto quando l’istituto sarà liberato.

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Ma al Righi, di concludere l’occupazione, il collettivo “Ludus” non ha alcuna voglia. Così la protesta andrà avanti almeno fino alla fine della settimana. Ma il blitz di mercoledì scorso ha spaccato non poco la scolaresca: a occupare la sede centrale del Liceo sono stati una trentina di ragazzi, mentre ieri mattina erano circa 300 quelli che partecipavano all’autogestione. Quindi una minoranza rispetto ai quasi 1.500 iscritti totali. A riprova della frattura, ieri c’è stato un incontro tra esponenti del collettivo più accesso e loro compagni di classe contrari alla protesta, tra i quali i rappresentanti d’istituto. Questi ultimi hanno chiesto di poter tornare alla normalità e di riprendere le lezioni. Ma le due fazioni sono distanti. La stessa richiesta, quella di riprendere la didattica, è stata presentata alla preside Galloni, la quale ha spiegato che fino a quando l’istituto non tornerà agibile, sarà sospesa anche la didattica a distanza. 
Proprio Galloni avrebbe aperto un’interlocuzione con la Questura: nessuno punta a uno sgombero violento, ma si è chiesto alle forze dell’ordine - come già avvenuto al Kant, al Socrate o all’Albertelli - di vigilare nei pressi dell’istituto e di intervenire, se ci fossero disordini che mettano a rischio la sicurezza dei ragazzi.
Ma a Roma fanno discutere gli strascichi di un’altra occupazione, quella del Mamiani, dove la preside Tiziana Sallusti ha sentito i ragazzi che hanno partecipato alla protesta, fatto con loro la conta dei danni, annunciato dei provvedimenti disciplinari decisi da una commissione interna (si parla di lavori socialmente utili) e avvertito i genitori che saranno loro a pagare i danni. Che ammontano a 8mila euro. Un atteggiamento stigmatizzato da una parte dei genitori. 
Su questo fronte Pinneri si è schierato con la preside Sallusti e ha spiegato - ma la linea sarà applicata in tutti i licei - che prima si cercherà una soluzione bonaria con le famiglie per il risarcimento dei danni.

Ma in caso di rifiuto a pagare, i genitori degli allievi che hanno divelto porte o distrutto mobili e suppellettili della scuola saranno denunciati in Procura. Sempre Pinneri ha chiesto ai presidi delle altre scuole (Kant, Albertelli, Socrate e Righi) di segnalare chi partecipa alle occupazioni e di valutare eventuali danni.

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