Lazio torna zona arancione, aumentano i contagi e terapie intensive in tilt: ecco cosa cambia

Lazio torna zona arancione, aumentano i contagi e terapie intensive in tilt: ecco cosa cambia
di Flaminia Savelli
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 22:33 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 10:54

Sabato in zona gialla e domenica zona arancione: sarà così il prossimo weekend per il Lazio, ora che l’Rt ha superato quota 1. La decisione, con il passaggio di colore, sarà ratificata dopo il monitoraggio dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, previsto per domani. Il cambio di fascia non è una sorpresa alla Pisana. L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, sabato scorso, dalle colonne del Messaggero, aveva previsto: «Tra sette giorni rischiamo l’arancione». Troppo marcato il trend dei contagi per sperare di rimanere in giallo, il colore che il Lazio ha sempre avuto dall’autunno, fatta eccezione per la pausa natalizia, quando tutta l’Italia si è tinta allo stesso modo. Già venerdì scorso l’indice Rt era a 0,98: a un passo da quota 1, che ora è stata superata. Il Lazio è a 1,1. L’arancio è d’obbligo.


I TEMPI


Da quando? Fino a ieri sera era questo l’unico elemento d’incertezza. Di solito i nuovi colori hanno valore dal lunedì, dopo il monitoraggio dell’Iss del venerdì appunto, stavolta invece la nota del Ministero parlava di domenica come avvio della stretta.

E questo è quanto si aspettano anche alla Pisana: sabato 16 gennaio in giallo, da domenica 17 in arancione, fino a quando la curva non si raffredderà. Ultimi tre giorni quindi per accomodarsi al tavolo di un bar e di un ristorante (sempre entro le 18) a Roma e nelle province. Da domenica sarà consentito solo l’asporto. 


Per l’assessore D’Amato «i numeri delle ultime settimane sono in crescita, questo significa che dobbiamo essere più rigorosi e attenti». Negli ospedali, i letti occupati hanno già superato la soglia di sicurezza: 34% per quanto riguarda quelli di terapia intensiva e 44% per i ricoveri ordinari. 


I FOCOLAI


A preoccupare è anche l’aumento dei focolai. Sono raddoppiati in una settimana. L’ultimo è stato registrato nel reparto di cardiologia dell’ospedale San Camillo: ha coinvolto pazienti, medici e infermieri. Un contagio che si è allargato nell’ultima settimana a 20 persone. I sette pazienti ricoverati nel padiglione, via via che sono risultati positivi al coronavirus sono stati trasferiti nei reparti Covid. Per i sei infermieri e i medici sono state invece disposte le cure del caso e le quarantene fiduciarie per i colleghi entrati in contatto con loro. Il numero dei camici bianchi infettati durante la seconda ondata è in costante aumento: sono oltre 3.500 gli operatori sanitari positivi da ottobre, cinque i medici morti. Dall’autunno i focolai nei reparti si sono moltiplicati dal San Filippo Neri al policlinico Casilino. A dicembre, dopo l’ultimo cluster registrato nel reparto di medicina generale dell’Umberto I, medici e infermieri hanno deciso di sottoporsi ai tamponi rapidi prima di entrare in reparto o a fine turno. Un ulteriore misura di sicurezza - su base volontaria - per arginare la diffusione dell’epidemia nella struttura. Ancora un allarme anche nei penitenziari romani: a Rebibbia, nel nuovo complesso, ieri erano 23 i detenuti positivi al Covid. «Ma lo screening è ancora in corso e potrebbero aumentare» ha precisato Stefano Anastasìa, il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Lazio.


LA GIORNATA


Continua a salire il numero dei positivi. Ieri secondo l’ultimo bollettino regionale su oltre 13 mila tamponi nel Lazio (+475) sono stati 1.612 i nuovi casi (+231). A Roma sono scesi a 700 i contagi giornalieri, contro gli 846 di martedì e i 564 di lunedì. Ancora: sono stati 41 decessi, -1 rispetto a martedì, mentre i guariti hanno superato quota 100 mila dall’inizio della pandemia. Solo ieri erano 1.935. Secondo l’Unità di crisi Covid, «il rapporto tra positivi e tamponi è all’11%, ma se consideriamo anche i test antigenici la percentuale scende al 5%». Per quanto riguarda il vaccino anti-Covid, sono stati somministrati 84.813 vaccini, 7.918 solo nell’ultima giornata dopo l’arrivo della terza fornitura di 52mila flaconi, in gran parte prodotti da Pfizer e, in una quota ridotta, da Moderna.
 

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