Immunità di gregge, il Lazio primo in Italia: toccato il 70% di vaccinati

Vaccino Covid, il Lazio primo in Italia: toccato il 70% di immuni
di Francesco Pacifico
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Lunedì 2 Agosto 2021, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 10:35

Con 24 ore d’anticipo, e un attacco degli hacker in corso per tutta la giornata, il Lazio ieri ha raggiunto l’immunità di gregge: il 70 per cento dei suoi residenti ha ottenuto la prima e la seconda dose del vaccino anti Covid. E già guarda al prossimo risultato: arrivare all’80 per cento delle persone “coperte”, accelerando sui più giovani, entro settembre per garantire la riapertura della scuola in presenza ed evitare un altro anno di Dad. Dati che fanno della nostra regione un’eccellenza a livello nazionale, se non europeo: in Italia “solo” il 61 per cento della popolazione (36,1 milioni) si è visto iniettare la prima dose, mentre il 54,8 per cento (32,4 milioni) anche il richiamo. C’è un 10 per cento di differenza, quindi, tra il Lazio e il resto del Paese, che raggiungerà lo stesso obiettivo forse a fine agosto. 

Tornando al Lazio, il trend resterà simile.

Con l’entrata in vigore da venerdì delle restrizioni per chi è senza green pass, le prenotazioni alle vaccinazioni hanno registrato negli ultimi giorni un surplus di 240mila appuntamenti. Spiega Maurizia D’Amore, responsabile del hub allestito all’Auditorium: «Oggi abbiamo in programma 1.600 inoculazioni sui 1.200 slot giornalieri. Ma non ci siamo fermati neppure ieri, con in corso l’attacco degli hacker: non avendo un aggiornamento dei dati in tempo reale, per esempio abbiamo accolto anche le persone che non erano prenotate». Ma la Regione non rallenterà neppure perché deve proteggere i più giovani in prospettiva della riapertura della scuola: l’assessore alla Sanità del Lazio ha fatto sapere di «voler raggiungere una copertura vaccinale dell’80 per cento, comprendendo quanto più ragazzi in età scolare. Soltanto così possiamo evitarci un altro anno di Dad». In quest’ottica vanno avanti gli “junior open day” senza prenotazione.

Per arrivare all’immunità di gregge la Regione ha messo su una macchina capace di superare le 60mila inoculazioni al giorno, seguendo anche il modello applicato in Israele. Dopo aver messo in sicurezza personale medico, ospiti delle Rsa, anziani e insegnati, ci si è mossi per classi di età. In più sono stati allestiti 85 hub vaccinali ai quali si affiancano gli ambulatori di piccoli ospedali e case della salute, sono stati ingaggiati oltre tremila dottori tra medici di base e pediatri di libera scelta, senza dimenticare le 600 farmacie dove si fanno le punture o i camper con i medici delle Uscar e quelli delle aziende sanitarie mandati in luoghi (campi rom, comunità di stranieri, palazzi occupati) dove i residenti faticano ad accedere di solito all’assistenza sanitaria.

Non a caso il governatore Nicola Zingaretti ha rivendicato il lavoro fatto: «Oggi (ieri, ndr) nonostante l’attacco hacker abbiamo raggiunto il 70 per cento della popolazione adulta nel Lazio vaccinata. Un immenso grazie a una straordinaria comunità della nostra regione che ha lavorato unita per questo obiettivo. Grazie ai cittadini del Lazio per la collaborazione che hanno dimostrato dall’inizio della pandemia». Invece l’assessore D’Amato, ha sottolineato che il raggiungimento dell’immunità di gregge e l’accelerazione nelle vaccinazioni ha permesso, da un lato, al Lazio, di «tenere bassa la pressione sulla rete ospedaliera» e, dall’altro, «di mantenere il nostro territorio in zona bianca». Il che si traduce in minori restrizioni per la popolazione, compreso l’obbligo di uso delle mascherine all’aperto.

Guardando ai numeri, nel Lazio quasi 4 milioni di persone hanno completato il percorso vaccinale. Circa 7 milioni le inoculazioni finora fatta, delle quali oltre 400mila a non residenti nel Lazio, personale straniero delle ambasciate e italiani che vivono all’estero e sono rientrati in Italia soltanto dopo il Covid. Oltre il 90 per cento di 70enni, 80enni e 90enni della nostra regione è stata immunizzato, percentuale che scende all’85 per cento dei 60enni, al 75 per cento dei cinquantenni, al 63 per i quarantenni. Completamente vaccinati il 46 per cento dei trentenni, il 40,55 dei ventenni, il 23 per cento nella fascia 12-19 anni. Non a caso ora l’obiettivo è inoculare il farmaco ai giovani, che sono più refrattari a rispettare le norme minime di sicurezza come il distanziamento, e gli over 50 che - se contagiati - rischiano di finire in ospedale. Senza dimenticare che i nuovi 716 casi registrati nel bollettino di ieri, sono per lo più under30.
 

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