Lazio, caos esami e prenotazioni per l'attacco degli hacker: «Saltate oltre 10mila visite»

Lazio, caos esami e prenotazioni per l'attacco degli hacker: «Saltate oltre 10mila visite»
di Laura Bogliolo e Alessia Marani
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Mercoledì 4 Agosto 2021, 22:54 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 15:58

Diecimila le prestazioni specialistiche e gli esami strumentali che rischiano di saltare a causa del “lockdown” imposto dall’attacco hacker alla rete informatica della Regione Lazio. La stima è dell’Ordine dei medici di Roma: «Visite che andranno in coda alle già oltre 70mila da recuperare e rimaste nelle liste d’attesa a causa del Covid», come spiega il presidente Omceo Roma Antonio Magi. Mentre Asl e singole aziende ospedaliere tentano il tutto per tutto per mettere in piedi in queste ore dei sistemi alternativi per accogliere almeno le richieste più urgenti, anche ieri è continuata la diaspora degli utenti in cerca di un appuntamento per una visita specialistica nei Cup di ospedali e distretti locali. Dal momento che il sistema Repcup regionale è fermo. 

Regione Lazio, in tilt la prenotazione delle visite


DISAGI E PROTESTE
Tanta la delusione al Cup dell’ospedale Sant’Eugenio. «Sono dovuta venire di persona per ritirare le analisi che non ho potuto scaricare online - dice Valeria Intini, 41 anni - dovevo prenotare una visita di ematologia, ma le prenotazioni sono bloccate, aspetterò settembre con l’auspicio di non andare oltre questo tempo.

Per me era importante la visita al fine di avviare e migliorare il mio percorso finalizzato alla gravidanza». Occhiali neri per proteggere la vista, considerando la patologia, ma nessuna voglia di arrendersi per Piera Rampulla, imprenditrice, che racconta: «Sono stata ricoverata per una congiuntivite, sono stata dimessa, sto meglio, ma la dottoressa mi ha detto di prenotare una visita, purtroppo però mi hanno detto che le prenotazione sono bloccate». Annamaria, invece, è dovuta venire da Monteverde per ritirare le analisi: «Non ho potuto farlo online e sono stata costretta ad arrivare fino al Sant’Eugenio». C’è poi chi per scavalcare il vile atto degli hacker, per necessità, è stata costretta alla visita in intramoenia. «Nessuna possibilità di prenotare un esame di gastroenterologia - diceva ieri una signora - ho dovuto optare per un esame a pagamento. Sa quanto costa? Ben 107 euro». All’ingresso della sala Cup del Cto c’è un cartello ad avvisare che «a causa dell’attacco hacker l’accesso ai servizi ambulatoriali subirà rallentamenti o chiusure temporanee».

 

Una donna avanza con le due figlie al seguito di 8 e 10 anni. «Sono venuta per chiedere il cambio del medico e l’assegnazione di un nuovo pediatra per le bambine - spiega - veniamo da un’altra città, dovremo aspettare per potere trovare un’assistenza medica nella Capitale». Anche le visite ortopediche sono off limits. «Mi hanno detto di ritornare tra qualche giorno». Poi c’è la coppia andata al Pertini lunedì per sottoporsi ad analisi del sangue nell’ambito del percorso di procreazione assistita. «Ma ad oggi - racconta lei - mio marito ancora non è riuscito a sottoporsi al prelievo che era già stato fissato da tempo. Ho potuto farlo solo io lunedì perché risulto esente dal pagamento del ticket. Abbiamo telefonato anche ora per lui, ma niente. Dovremmo fare l’esame entro il 24 agosto per non mandare all’aria l’intero programma e privatamente queste analisi costano centinaia di euro». Tutto bloccato anche al Cup del complesso Santa Maria del San Giovanni Addolorata: un sistema di accettazione parziale è attivo per visite urgenti dopo incidenti e traumi gravi. Come va nelle farmacie? «In pratica non possiamo comunicare i dati per valutare l’indice Rt, fondamentale per il tracciamento» spiega Giuseppe Longo della storica farmacia di piazza Vittorio.
 

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