Lazio, da “Pinocchio” al “Gladiatore” lo show del cinema illumina Dubai. Zingaretti: «Già investiti 150 milioni di euro»

La mostra organizzata dalla Regione all’esposizione universale negli Emirati Arabi raccoglie costumi e oggetti di scena di grandi kolossal, da “Pinocchio” a “Il Gladiatore”. E testimonia l’eccellenza di questa terra nel settore dell’audiovisivo

Lazio, da “Pinocchio” al “Gladiatore” lo show del cinema illumina Dubai. Zingaretti: «Già investiti 150 milioni di euro»
di Ilaria Ravarino
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Lunedì 6 Dicembre 2021, 20:16 - Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 08:58

Tre teste di donne giganti, dalle ciglia lunghissime, che accolgono con felliniana voluttà i visitatori del Padiglione Italia all’Expo 2020 di Dubai. E accanto a loro le corazze de Il Gladiatore e quelle de Il Trono di Spade, le parrucche di Casanova, i sandali di Caligola, le tutine dell’Eva Kant di Diabolik e il cappello da corsaro del Johnny Depp dei tempi d’oro, quello de I Pirati dei Caraibi. Più che una mostra, Lazio Terra di Cinema - La Terra dell’Artigianato magico è una wunderkammer, una stanza delle meraviglie che la Regione Lazio, prima a rispondere al richiamo dell’Expo, ha allestito nello spazio italiano dell’esposizione universale di Dubai.


ARTIGIANATO
Sessanta pezzi di “artigianato magico” disposti in un uno spazio fluido, curato dalla storica della moda Clara Tosi Pamphili e dall’esperto d’arte Alessio de Navasques e pensato per raccontare la grandezza del lavoro manuale degli artigiani laziali: non meri esecutori ma artisti del cuoio, del tessuto, del legno e della materia, che hanno dato corpo all’impalpabile genio degli autori. Non a caso ad aprire e chiudere il percorso espositivo è proprio Pinocchio, il burattino magico ritagliato nel legno, simbolo dell’artigianato che crea la vita, esposto a Dubai in tre versioni: quella dell’artigiano Bartolucci per il Pinocchio tv di Luigi Comencini, quella del premio Oscar Danilo Donati per l’interpretazione di Roberto Benigni nel film del 2002, e quella del costume realizzato da Massimo Cantini Parrini per il visionario Pinocchio d’autore di Matteo Garrone - film sostenuto dal bando Lazio Cinema International della stessa regione. 


L’impegno della Regione a Dubai include anche il ciclo di proiezioni “Notti d’autore”, la rassegna curata da ANICA nello spazio Anfiteatro di Padiglione Italia, con la proiezione di Freaks Out di Gabriele Mainetti, film sostenuto dalla regione e girato nel Lazio. «La mostra celebra le imprese artigiane che si tramandano da generazioni la capacità di lavorare per il mondo del cinema a livello internazionale – spiega Quirino Briganti, responsabile Expo 2020 Dubai della Regione Lazio – abbiamo creato perciò un percorso visivo suggestivo, che evoca set cinematografici indimenticabili e pluripremiati. Il Lazio, e la città di Roma, si configurano sempre più come Terra di Cinema, con un distretto industriale e artigianale unico al mondo che stiamo promuovendo qui a Dubai».

Al primo posto in Italia per le imprese attive nell’audiovisivo, e al secondo in Europa per investimenti nel settore (30 milioni di euro per il 2021), la Regione Lazio punta su Expo 2020 per accrescere le opportunità di investimenti, sostenere le collaborazioni internazionali sui mercati stranieri - in particolare nel mondo arabo e asiatico - e promuovere le eccellenze del territorio. «Non ci siamo fermati durante la pandemia e continueremo a puntare sul settore audiovisivo anche per il futuro - ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti - il Lazio è sempre più terra di cinema, lo dicono i numeri. Il cinema è un territorio fertile per la crescita economica e culturale della nostra regione e per l’intero Paese, ed è per questo che abbiamo investito quasi 150 milioni di euro dall’inizio del mandato, attingendo anche a fondi europei e creando strumenti come i bandi per la sceneggiatura o quelli per promuovere il nostro cinema a livello internazionale».


LE MERAVIGLIE
Dal 2016 - anno di nascita del bando Lazio Cinema International - la Regione ha stanziato, con i fondi europei, circa 53 milioni di euro spalmandoli su sei bandi (il settimo è in fase di istruttoria), cofinanziando 133 coproduzioni, coinvolgendo 188 case di produzione straniere e riportando “a casa” 313 premi e 382 nomination. «Abbiamo incentivato la nascita di nuove produzioni in grado di valorizzare le meraviglie del nostro territorio e di guardare anche oltre ogni confine, generando opere di qualità apprezzate e premiate in Italia e all’estero - ha concluso Zingaretti - Vogliamo che i numeri crescano ancora, perciò stiamo promuovendo iniziative nelle scuole, nei quartieri e nei territori, finanziando corsi di formazione e sale più moderne.

Il cinema è uno strumento per far conoscere il Lazio nel mondo, e l’Expo di Dubai è senza dubbio un’opportunità imperdibile».

L'INTERVISTA

Guglielmo Marchetti: «Nel nostro film su Netflix i Castelli sono il set ideale»

Girato a Monte Porzio Catone (Rm) con il sostegno del bando Lazio Cinema International, Un amore e mille matrimoni di Dean Craig è stato il “caso” di Netflix durante il lockdown, quando nell’aprile 2020 è balzato in cima alle preferenze degli utenti della piattaforma, restando in vetta alla classifica dei film più visti per tre settimane. Per il romano Guglielmo Marchetti, presidente e amministratore delegato di Notorius Pictures, la casa di produzione del film, «è stata un’occasione importante per mostrare al pubblico internazionale le bellezze e le grandi opportunità della nostra regione».


Quanto e come ha inciso il bando Lazio Cinema International?
«Il bando offre particolari premialità per chi gira un film fuori Roma, offrendo visibilità a luoghi non altrettanto famosi ma ricchi di storia, cultura e bellezze naturali. È un modo per promuovere il territorio e impiegare la manodopera locale. Il contributo del bando ci ha permesso di chiudere il budget di produzione senza perdere tempo a cercare soldi altrove: Un amore e mille matrimoni è stato un film impegnativo, costato oltre otto milioni di euro, con cast internazionale».

Sam Claflin, 35 anni, e Olivia Munn, 41 in una scena di “Un amore e mille matrimoni”


Come avete trovato la location?
«La Regione Lazio mette a disposizione una serie di possibilità per scegliere al meglio, tra archivi, banche dati e location manager. Abbiamo ricevuto un aiuto concreto per trovare lo spazio ideale».


E avete scelto Monte Porzio Catone. Perché?
«Innanzitutto perché si inseriva perfettamente nella storia. Il film si svolge al novanta percento all’interno di una villa, durante il pranzo di un matrimonio. Villa Parisi corrispondeva scenograficamente a quello che cercavamo, per il suo prestigio e per una certa allure d’epoca».


Girare lontani da una grande città è scomodo?
«Per niente. Ci siamo trovati molto bene. Gli spazi erano idonei, gli ambienti perfetti. Anche dal punto di vista della logistica, avevamo aree di parcheggio per i mezzi pesanti, spazio per i generatori, aree per il trucco e parrucco. Il campo base era comodamente a ridosso del set e la mensa è stata attrezzata in giardino, all’aperto».


Era la prima volta che usavate il bando Lazio Cinema International?
«No, l’avevamo già utilizzato per The Shift di Alessandro Tonda, una coproduzione internazionale con il Belgio. E anche in quel caso abbiamo ricevuto benefici importanti. L’obiettivo non è solo dare lavoro e utilizzare le competenze e le risorse umane del Lazio, ma anche mostrare ai fruitori finali, cioè al pubblico, le bellezze della regione. Direi che Un amore e mille matrimoni, distribuito in tutto il mondo da Netflix, ha centrato l’obiettivo».


Cosa dicono i coproduttori stranieri? 
«Il loro giudizio è estremamente positivo. Il coproduttore londinese di Un amore e mille matrimoni, della società più volte candidata all’Oscar Tempo Productions, ci ha seguiti con entusiasmo. Era estremamente soddisfatto dei luoghi che abbiamo scelto per le riprese: Monte Porzio Catone è stato anche per lui una sorpresa. Siamo un paese che troppo spesso si giudica con pessimismo. Ma quando le cose funzionano, e danno un aiuto concreto, bisogna dirlo».
 

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