Scuola Roma, il cimitero dei vecchi banchi delle classi in 40 locali sottratti alla criminalità

Scuola Roma, il cimitero dei vecchi banchi delle classi in 40 locali sottratti alla criminalità
di Camilla Mozzetti
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Venerdì 11 Settembre 2020, 14:06

In attesa che arrivi tutti i banchi monoposto sia per le scuole elementari e medie che per i licei, i presidi di Roma si trovano di fronte all'annosa questione relativa allo smaltimento degli arredi non più utilizzabili. Banchi biposto per intenderci, sedie, cattedre e tutto ciò che per motivi di spazio, al fine di allargare gli ambienti e permettere un più ampio sfruttamento delle superfici esistenti per far tornare gli studenti in classe, sono stati rimossi dalle aule.

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Rimossi ma non eliminati. Tant'è vero che il lavoro, compiuto nelle scorse settimane dai collaboratori scolastici e, in alcuni casi, anche da singole ditte chiamate dai presidi e pagate con i fondi residui di istituto o con una parte delle risorse assegnate dal governo per rispondere all'emergenza Covid-19, devono ancora essere smaltiti. Il compito spetta agli enti territoriali a cui compete la gestione degli edifici scolastici: Comune per le scuole di I grado - elementari e medie - e Città metropolitana per quanto riguarda gli istituti superiori. Dove mettere tutto questo materiale che non potrà essere più usato? Si parla di migliaia e migliaia di arredi, al momento accatastati nei cortili, giardini, sotterranei di scuole e istituti superiori.

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Dall'Ufficio scolastico regionale il direttore Rocco Pinneri spiega: «Abbiamo ricevuto la disponibilità da parte dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati a usare come magazzini 40 locali sottratti alla criminalità organizzata nel corso degli anni», ambienti in sostanza che vanno dai negozi, ma contemplano anche appartamenti, che non sono stati ancora ricovertiti e che dunque sono vuoti. «Sono disseminati in tutta la Regione - conclude il direttore dell'Ufficio scolastico regionale Pinneri - e per il momento saranno utili a liberare gli ambienti delle scuole fino a che non si trovi per gli arredi un altro utilizzo».

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Tecnicamente, infatti, i vecchi banchi, sedie, armadi e cattedre, non più funzionali, non possono essere presi e buttati perché si potrebbe contestare il danno erariale in quanto molti sono stati acquistati anche recentemente prima che esplodesse la pandemia da Covid-19. Vanno dunque riconvertiti. «Da tempo abbiamo suggerito agli enti locali - aggiunge il numero uno dei presidi di Roma e del Lazio Mario Rusconi - che venissero assegnati ad associazioni ad esempio come la Croce Rossa Italiana o a realtà similari». Il problema però riguarda i trasferimenti che comunque vanno organizzati e annoverano un costo: c'è bisogno di ditte e camion per prendere i banchi da una scuola e trasferirli in altri locali, anche in quelli dell'Agenzia nazionale per i beni confiscati. 

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Al momento però sia il Comune per le scuole di propria competenza che la Città metropolitana non hanno ancora avviato la procedura. I presidi più di una volta in queste settimane hanno sollecitato una risposta e incalzano: «Abbiamo bisogno di liberare i locali dove al momento sono stati accatastati gli arredi non più utilizzabili - conclude Rusconi - anche per motivi di sicurezza, contiamo che il lavoro non ricada su di noi ma venga preso in gestione tempestivamente dal Campidoglio e dall'ex provincia». 

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