Ladispoli, la Guardia di finanza scopre falsi rimborsi delle tasse: maxi frode da 9 milioni, 27 indagati

Le accuse sono: indebita compensazione di debiti fiscali e contributivi con crediti d’imposta inesistenti

Ladispoli, la Guardia di finanza scopre falsi rimborsi delle tasse: maxi frode da 9 milioni, 27 indagati
di Emanuele Rossi
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Giovedì 2 Giugno 2022, 00:04

Una donna al vertice dei loschi affari, una cerchia di fedelissimi ad aiutarla ma tanti clienti ignari e trascinati in tribunale per i suoi raggiri. Sei milioni di euro sequestrati, un buco all’erario di oltre 9 milioni e ben 27 persone iscritte sul registro degli indagati. È il bilancio della maxi operazione, durata più di due anni, contro una frode fiscale condotta dalla Guardia di finanza di Ladispoli e dal comando provinciale su disposizione della Procura della Repubblica di Civitavecchia. Titolari di ditte individuali e rappresentanti legali di società tra Ladispoli, Cerveteri, Civitavecchia e Bracciano, sono ora chiamati a difendersi dall’accusa di indebita compensazione di debiti fiscali e contributivi con crediti d’imposta inesistenti. Per questo le Fiamme gialle, in esecuzione di un decreto emesso dal gip civitavecchiese, hanno posto sotto sequestro quote societarie, automezzi, case e anche porzioni di villette.

IL MODUS OPERANDI

Tanti erano consapevoli di ingannare lo Stato, ma altri invece si erano fidati di questa consulente tributaria e titolare di un caf che di fatto li ha messi nei guai. In che modo? Semplice, la “commercialista”, residente a Manziana, trovava diversi escamotage per mettere a segno i suoi piani, tra cui mantenere la partita Iva aperta alle spalle del cliente per poter produrre fatture false e altre operazioni a nome del malcapitato. O, in altri casi, pagare un F24 del cliente per poi compilarne subito un altro con delle compensazioni di crediti inesistenti.

Un meccanismo redditizio per l’imprenditore e per la professionista, retribuita dallo stesso cliente, ma anche un modus operandi facilmente smascherabile dall’Agenzia delle entrate, che effettivamente si è poi accorta del danno erariale.

Diversi cittadini, tra cui proprietari di negozi di abbigliamento e elettronica, o titolari di imprese edili e di qualsiasi altro tipo, si erano rivolti alla contabile per “risparmiare” e tenersi i soldi che invece dovevano essere versati allo Stato. Per gli investigatori la commercialista aveva ideato una sorta di pacchetto “chiavi in mano” per consentire alle imprese coinvolte di abbattere le proprie pendenze con il Fisco. Gli accertamenti (il titolare dell’inchiesta è il pm Mirko Piloni) hanno permesso di appurare che altri 130 contribuenti, alla fine sanzionati in via amministrativa, si sarebbero avvalsi dei “servizi” offerti dalla donna compensando crediti inesistenti per importi inferiori alle soglie di rilevanza penale. Clienti che perciò evitavano di versare imposte e contributi all’Erario grazie al sistema fraudolento orchestrato dalla proprietaria del caf.

Tra le vittime una imprenditrice ladispolana da cui sarebbe partito tutto. E il suo legale decide di intervenire perché dovrà comparire di fronte ai giudici. «Lei è la vera vittima, ignara e caduta nel tranello – sostiene Agostino Agaro – con la promessa di un lavoro svolgendo attività in proprio nel ramo dell’abbigliamento e affidandosi a questa professionista che a quanto pare non lo era e che alla fine l’ha messa davvero nei guai. Rappresenta il vaso di Pandora perché da qui sono partite le indagini. Altri titolari di ditte e società sul territorio sarebbero stati usati e truffati e credo che al processo tutti questi aspetti emergeranno, ne siamo certi. Tra l’altro, alcuni che si trovano in questo lungo elenco, non sono solo indagati ma già imputati perché rinviati a giudizio nell’ambito di un altro filone». L’operazione – rendono noto i militari - si inquadra nella più ampia azione posta in essere dall’Autorità Giudiziaria e dalla Guardia di Finanza a contrasto delle frodi fiscali, che alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.

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