«La sfida del Gemelli e dello Spallanzani per salvare più vite»

«La sfida del Gemelli e dello Spallanzani per salvare più vite»
di Lorenzo De Cicco
2 Minuti di Lettura
Giovedì 2 Aprile 2020, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 09:17

«Di queste settimane mi è rimasta impressa un'immagine di angoscia e una di speranza. Il dramma per me è stato vedere i pazienti che proviamo a salvare morire senza avere il conforto di un famigliare. Mi ricordo di una signora in particolare. La speranza viene da chi guarisce e viene dimesso. Ci siamo riusciti con chi era in condizioni molto gravi, in rianimazione. Ora dobbiamo continuare in questa direzione, aumentando i posti letto già dalle prossime settimane». È il racconto di Fabrizio Palmieri, direttore dell'unità di Malattie infettive dell'apparato respiratorio allo Spallanzani, il baluardo anti-virus della Capitale insieme al policlinico Gemelli. Ai due ospedali romani è destinata la raccolta fondi del Messaggero per acquistare nuovi respiratori e aumentare i posti in terapia intensiva. Si tratta di attrezzature imprescindibili per permettere a chi è in prima linea di salvare vite e sconfiggere il Covid. Per scongiurare scelte drastiche e inimmaginabili, come dover decidere chi salvare. Grazie alla generosità dei nostri lettori, i primi 200 mila euro sono già stati versati tramite bonifico bancario sui conti correnti di Spallanzani e Gemelli: serviranno ad acquistare, subito, 12 ventilatori polmonari per i reparti di rianimazione. Un aiuto concreto. E la nostra sottoscrizione non si ferma, sull'onda di migliaia di donazioni che continuano ad arrivare da famiglie, coppie, professionisti, una pioggia di contributi da ogni parte della Capitale e del Paese.

LA SFIDA - «L'ultimo bollettino che abbiamo diffuso dice che oltre il 10 per cento dei nostri pazienti ha bisogno di un supporto per respirare», riprende il direttore delle Malattie infettive dell'apparato respiratorio. In questi giorni di trincea è fondamentale, spiega, «avere una quota di sicurezza di posti letto in terapia intensiva rispetto a quelli per la degenza ordinaria». Ci troviamo davanti a una malattia nuova «che colpisce un po' tutti gli organi, ma in particolare i polmoni. E mentre fino a qualche settimana fa ricoveravamo anche persone con forme di polmonite lieve, ora ricoveriamo più pazienti con polmoniti gravi: persone che hanno bisogno di alti flussi d'ossigeno o di ventilazione non invasiva. Ma a volte non è sufficiente e bisogna intubare». Per questo è fondamentale continuare a donare. «Sono un vecchio lettore del Messaggero conclude Palmieri grazie al vostro aiuto vinceremo questa battaglia».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA