«Sono saltato e come ho toccato la traversa, la porta è venuta giù e ha ucciso mia figlia». Il racconto di F. P., 27enne papà della piccola S. P., 5 anni appena, travolta martedì pomeriggio da una porta di ferro in un campo di calcio abbandonato a Rocca di Botte (L'Aquila), è struggente. Poche parole gonfie di rabbia, dette davanti alle telecamere di Rai 2 mentre in diretta parla il vicesindaco. Il ragazzo indossa la tuta dell'Ostia Mare, il quartiere dove risiede (la famigliola era in Abruzzo dai nonni), è disperato, e accanto c'è la moglie. Lui urla con tutta la forza che ha in gola: «Perché quel cancello era aperto? Perché?». Una domanda a cui gli inquirenti dovranno rispondere attraverso l'inchiesta aperta dalla Procura di Avezzano per omicidio colposo. Al momento non ci sono ancora iscritti nel registro degli indagati, il magistrato non ha disposto l'autopsia e le indagini sono in una fase embrionale. I carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, infatti, stanno svolgendo ulteriori rilievi tecnici. Ma, secondo una prima ricostruzione, il cancello del vecchio campo ormai in disuso era aperto, accessibile nonostante il pericolo. La grande porta in ferro, infatti, non era fissata a terra. Secondo quanto riferito dalla nonna della piccola «ora so che c'erano state segnalazioni al Comune per il rischio che correvano i bambini. Finché avrò vita mi batterò perché mia nipote abbia giustizia».
Bimba romana di 5 anni muore in un campo sportivo in Abruzzo: schiacciata da porta da calcio
L'INCHIESTA
La famigliola stava trascorrendo qualche giorno di relax.