Roma, la truffa dei falsi invalidi: recita con le stampelle, sospesi due dipendenti Asl

La truffa dei falsi invalidi sospesi due dipendenti Asl
di Giuseppe Scarpa
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Martedì 16 Febbraio 2021, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 08:11

La signora entra dentro gli uffici dell'Asl Roma 1. Una persona, con cui è d'accordo, le porge delle stampelle. La donna le prende e varca la soglia del palazzo. Parte della recita per incassare l'assegno di invalidità è iniziata. Dentro una commissione, composta anche da chi è complice dell'imbroglio, l'attende, la valuta e le concede ciò che richiede. La signora esce visibilmente soddisfatta, restituisce le stampelle all'uomo che gliel'aveva poco prima cedute e va via, verso casa.


Peccato, però, che appostati con le macchine fotografiche c'erano i carabinieri del Nas coordinati dal comandante Maurizio Santori.

Nasce così un'indagine che, in mesi di duro lavoro dei militari dell'Arma, ha portato a scoperchiare il sistema in atto all'Asl Roma 1, nel cuore della Capitale.


Sono di ieri le 33 perquisizioni - tra cui anche 14 titolari di agenzie funebri - nei confronti di personale amministrativo e medici dell'Azienda sanitaria locale che ha la sede in Lungotevere della Vittoria.
Un blitz scattato alle prime luci dell'alba che ha portato all'applicazione della misura interdittiva dal pubblico servizio per sei mesi di Roberto C. e Stefano S., entrambi impiegati amministrativi dell'Asl Roma 1. Le accuse per i 35 indagati vanno, a seconda delle posizioni, dalla truffa alla corruzione sino alla falsità ideologica.

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LE ACCUSE


Gli investigatori hanno scoperto in estrema sintesi tre diverse truffe la cui cabina di regia fa riferimento a diversi dipendenti dell'Asl. La prima, venivano assegnate a persone che non avevano problemi fisici degli assegni di invalidità. Il tutto attraverso messinscena ben organizzate e il pagamento della bustarella.
Il secondo imbroglio scoperto dal Nas riguarda l'applicazione della legge 104. Ebbene si tratta della normativa nazionale di riferimento sull'assistenza, l'integrazione e i diritti dei disabili affetti da handicap, che regola tra le altre cose anche il diritto all'assegno di accompagnamento nonché i permessi dal lavoro retribuiti per assistenza ai familiari. Anche in questo caso la 104 veniva concessa con estrema facilità previo pagamento di una bustarella.
Il terzo filone dell'inchiesta tira in ballo i medici necroscopi dell'Asl numero 1. In questa circostanza i carabinieri del Nas hanno scoperto che in molti casi alcuni dei dottori dell'azienda sanitaria locale non si recavano sul posto per verificare il decesso di una persona. Succedeva che i titolari di 14 agenzie funebre inviavano in Lungotevere della Vittoria dei propri dipendenti per ritirare il certificato di morte. Insomma gli stessi camici bianchi si fidavano del responso del personale delle pompe funebri sia per evitare lungaggini burocratiche che per non allontanarsi dal rispettivo ufficio. In cambio ricevevano mazzette.

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