Influenza, a Roma sos pronto soccorso: bloccata un'ambulanza su due

Influenza, a Roma sos pronto soccorso: bloccata un'ambulanza su due
di Mauro Evangelisti
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Domenica 27 Gennaio 2019, 09:33
Allarme pronto soccorso affollati, il picco dell'influenza mette in crisi la prima linea degli ospedali. Il giorno più delicato è il lunedì: a causa del sovraffollamento dei pronto soccorso si blocca fino a un'ambulanza su due. Negli altri giorni il dato diminuisce, si attesta su una media di 20-30 mezzi fermi più di mezz'ora per il caos dei pronto soccorso, un numero comunque non basso perché a Roma l'Ares 118 (agenzia regionale per l'emergenza sanitaria) ha 129 ambulanze (75 in città, 53 in provincia): dunque siamo vicini a una media di una su quattro inutilizzabile (in aggiunta c'è il contributo dei privati). Ma è il lunedì il giorno nero: ad esempio il 21 gennaio alle 16 c'erano 51 ambulanze bloccate. E se il mezzo è fermo in pronto soccorso non può operare sulle emergenze. Un altro dato: nei primi quindici giorni di gennaio sono state calcolate 9.500 ore di blocco dei mezzi. Va detto che complessivamente è un dato in calo rispetto all'anno scorso, ma resta comunque allarmante. Ma perché il sistema va in crisi di lunedì? Quando il mezzo dell'Ares trasporta il paziente in ospedale, lo consegna su una barella e attende che la struttura registri l'arrivo e restituisca la lettiga. Se il pronto soccorso è sovraffollato, medici e infermieri sono in pochi a gestire l'assalto. Non solo: corridoi e sale interne s'intasano perché non ci sono posti letto per i ricoveri. Si crea il tappo e l'ambulanza resta ferma nei piazzali in attesa della barella. Il lunedì questo avviene con più frequenza perché negli ospedali di Roma al sabato e alla domenica non si dimettono i pazienti e non si liberano posti letto. Alessio D'Amato, assessore regionale alla Sanità: «A me risulta che sul fronte del blocco delle ambulanze i dati segnino un ridimensionamento del problema. Però è vero che vogliamo contrastare il fenomeno delle mancate dimissioni dei pazienti nei fine settimana. Stiamo incontrando resistenze negli ospedali, ma questo problema va risolto».

NUMERI
Ieri alle 19 c'erano 124 pazienti al Gemelli, 102 a Tor Vergata, 108 all'Umberto I, 113 al Policlinico Casilino, 99 al Sant'Andrea. Ad aggravare la situazione, oltre alla diffusione dell'influenza, anche il fatto che Roma abbia un pronto soccorso in meno, dopo la chiusura di quello di Villa San Pietro per l'incendio del novembre scorso. Al Policlinico Casilino il primario, Adolfo Pagnanelli, ha appeso una lettera aperta rivolta ai pazienti dal titolo esemplificativo: «Gennaio 2019: la situazione di disagio nei pronto soccorso». Spiega: «In questi giorni tutti i pronto soccorso vivono momenti di difficoltà legati a uno straordinario numeri di pazienti che necessitano di ricovero, di solito per malattie dell'apparato respiratorio legate alle basse temperature e all'epidemia influenzale. Ciò comporta che prima di essere ricoverati si è costretti ad attendere parecchi giorni». Di qui l'appello a non rifiutare il trasferimento in altri ospedali o cliniche. «Rifiutarlo mette a rischio la propria salute, rimanendo ulteriori giorni in pronto soccorso con l'incremento dei rischi di contrarre infezioni particolarmente complesse». Pagnanelli invita a tenere conto delle difficoltà che il sovraffollamento comporta anche per gli operatori, «non sono tollerabili atteggiamenti ostili e aggressivi verso chi lavora in pronto soccorso».
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