Il sottosegretario Margiotta: «Troppe macchine in giro di notte, la Capitale punti di più sui trasporti»

Il sottosegretario Margiotta: «Troppe macchine in giro di notte, la Capitale punti di più sui trasporti»
di Michela Allegri
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Lunedì 23 Dicembre 2019, 00:51 - Ultimo aggiornamento: 09:14

Il sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvatore Margiotta, non ha dubbi: gli incidenti stradali in Italia sono un problema «globale», ma che potrebbe essere in larga parte arginato. Come? Lavorando sulla consapevolezza dei giovani, con più lezioni e corsi di educazione stradale nelle scuole, e, soprattutto, incrementando l’efficienza del trasporto pubblico. Una mission che, in città come la Capitale, è tra le più urgenti.

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Onorevole, la legislazione italiana, con l’introduzione del reato di omicidio stradale, ha reso ancora più severe le sanzioni nei confronti dei pirati della strada, ma le vittime sono ancora tante. Pensa che sia stato fatto abbastanza?
«Premesso che i fatti della notte scorsa sono molto tragici e che il mio pensiero va alle famiglie della vittime, ma anche a quella del ragazzo che guidava l’auto, va detto che c’è ancora molto da fare per risolvere il problema, che è a tutti gli effetti un problema globale. L’Organizzazione mondiale della sanità ritiene che gli incidenti stradali nei prossimi anni diventeranno la prima causa di morte nei giovani tra i 18 e i 30 anni. E il problema non può essere risolto con un’ulteriore stretta sanzionatoria, nel senso che la legge sull’omicidio stradale è già molto restrittiva e severa, quindi la soluzione non deve essere ricercata in una legislazione ancora più punitiva».

Quindi quali potrebbero essere le soluzioni?
«Nel Codice della strada si possono sicuramente introdurre dei miglioramenti, per esempio maggiori sanzioni e più controlli per quanto riguarda l’utilizzo degli smartphone alla guida, che è ancora oggi una delle cause principali degli incidenti. La sfida del Codice della strada è una sfida aperta, il testo dovrebbe arrivare alla Camera in gennaio. E una delle modifiche su cui stiamo lavorando riguarda proprio l’utilizzo degli smartphone: i tutor in autostrada hanno ridotto di molto gli incidenti legati alla velocità, ma quelli legati all’uso di dispositivi elettronici continuano a essere troppi. Penso però che sia necessario anche intervenire a monte».

In che modo?
«Per esempio incrementando i corsi e le lezioni di educazione stradale nelle scuole, in modo da rendere i giovani più consapevoli dei rischi. Bisogna insistere molto con i ragazzi, insegnare quanto sia importante seguire le regole, sia per chi è al volante che per i pedoni. Abbiamo già in cantiere un progetto che lanceremo insieme al Cnel e in collaborazione con il ministero dell’Istruzione».

Pensa che troppo spesso i giovani sottovalutino il problema?
«I giovani sono giovani, non si può pretendere da loro una completa maturità, ma è doveroso lavorare sulla loro consapevolezza. E da questo punto di vista l’educazione è fondamentale. Ma ci sono altri miglioramenti concreti e necessari su cui lavorare».

Il più importante?
«Uno su tutti: rendere i servizi di trasporto pubblico più efficienti. Se gli autobus e le metropolitane funzionassero meglio sicuramente si ridurrebbe la mortalità sulle strade, in particolare nei fine settimana, perché in molti eviterebbero di prendere la macchina».

Si riferisce a qualche città in particolare? Forse a Roma, tra autobus che prendono fuoco e stazioni centrali della metropolitana rimaste chiuse per mesi?
«Certamente nella Capitale ci sono problemi evidenti. Ma in generale le statistiche dicono che in Italia siamo ancora indietro: solo il 40 per cento dei cittadini utilizza i mezzi pubblici, mentre il 60 per cento usa mezzi privati per tutti gli spostamenti. Migliorare i servizi di trasporto pubblico nelle nostre città, partendo dalla Capitale, significa incrementare la sicurezza, oltre che ridurre i danni per l’ambiente. È una questione cruciale nella vita dei cittadini. Una mobilità sostenibile e fruibile è uno dei diritti inalienabili, può concretamente migliorare la qualità di vita delle persone. Ma a Roma, oltre al trasporto pubblico inefficiente, ci sono anche altri problemi».

Per esempio?
«Bisogna anche dire che c’è una specificità romana: la carenza di controlli e soprattutto la pessima condizione delle strade, tra asfalto dissestato e segnaletica spesso sbiadita. Senza tirare la croce addosso all’attuale amministrazione, visto che è un problema che si trascina da anni, è una situazione che deve essere risolta. Basta circolare per Roma per capirlo».

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