Incendio a Roma, la pista del traffico dei rifiuti tossici: l’innesco sarebbe partito da un campo rom

Nell’area da cui sabato sono partite le fiamme, trovati diversi inneschi. L’indagine per dolo. Gualtieri: «Non ci faremo intimidire, c’è la mano dell’uomo»

Incendio a Roma, la pista del traffico dei rifiuti tossici: l’innesco sarebbe partito da un campo rom
di Valeria Di Corrado e Alessia Marani
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Domenica 10 Luglio 2022, 23:56 - Ultimo aggiornamento: 11 Luglio, 12:59

Spunta la pista dei rom per il rogo degli autodemolitori a Centocelle, nella Capitale. Non sarebbe un caso che l’incendio che sabato ha tenuto sotto scacco fino a notte fonda il quadrante Sud-est della città, sia partito lungo la via Casilina, a ridosso del Parco archeologico e, soprattutto, del manufatto abbandonato che era stato la sede dell’associazione “Nuova vita” per l’accoglienza dei rom ospiti nell’ex campo Casilino 900. È qui, in quest’angolo del parco, che avevano trovato riparo fino a pochi giorni fa alcuni nomadi “cavallari” poi sgomberati, come era accaduto nei mesi precedenti ad altri nuclei accampati nel “pratone” del Parco di Centocelle. Famiglie che, forse, avevano tutta l’intenzione di non cedere il “loro” territorio, a dispetto della riqualificazione avviata dal Campidoglio che prevede una serie di bonifiche della discarica lasciata tra i rovi, in pratica un centro di smistamento illegale dei rifiuti. E le fiamme di sabato hanno, di fatto, bloccato la programmazione. Ad avvalorare la pista dolosa, il fatto che ci siano più punti di innesco delle fiamme: oltre a quello a ridosso della Casilina, almeno un altro sarebbe stato localizzato più a monte. Qualcuno potrebbe avere utilizzato diavolina o stracci imbevuti di liquido infiammabile per alimentare la linea del fuoco, già sospinto dal forte vento. 

PROTEZIONE CIVILE

È solo una delle ipotesi, quella della mano incendiaria rom, al vaglio degli inquirenti.

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine per incendio doloso; una fattispecie di reato che consente di eseguire una più vasta gamma di accertamenti tecnici e di perizie. Il pm di turno, Claudio Santangelo, sabato pomeriggio si è recato sul posto ed è rimasto lì fino a tarda sera. In attesa della relazione dei vigili del fuoco e di altre informative dal commissariato Prenestino, però, ci ha pensato il Comune, come ha spiegato ieri l’assessore all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, a inviare dei documenti di interesse alle forze dell’ordine. «C’è anche una relazione della nostra Protezione civile allegata all’esposto in Procura», ha specificato l’esponente della Giunta Gualtieri. Per il Campidoglio, il timore che dietro l’ennesimo devastante incendio scoppiato nella Città Eterna ci sia di mezzo «la filiera dei rifiuti», infatti, resta altissimo, anche se per i magistrati di piazzale Clodio è presto per ipotizzare moventi mafiosi e i fascicoli di indagine relativi ai roghi delle ultime due settimane rimangono distinti. Impressiona, comunque, la catena dei roghi che sembrano scoppiare a orologeria e in parti distanti tra loro, quasi a voler disperdere le operazioni di soccorso: sabato, nel primo pomeriggio, è esploso un primo incendio all’Idroscalo di Ostia, poco più tardi sono bruciati i container stracolmi di immondizia di un altro ex campo rom, quello del Foro Italico a Roma nord, quindi, un’ora dopo ecco l’inferno di fuoco a Centocelle.

I SOPRALLUOGHI

Ieri c’è stato un doppio sopralluogo dei poliziotti della Scientifica e del Nia (Nucleo investigativo antincendio) alla ricerca di tracce utili per risalire all’origine dell’incendio. Gli agenti hanno acquisito anche le immagini riprese dalle telecamere di zona. Ascoltati anche i volontari del parco che avrebbero visto dapprima il fumo nero provenire dai margini del Parco archeologico, poi un’altra nube sollevarsi più al centro, a ridosso degli sfasci. Il primo “sos” al numero unico per le emergenze 112 era arrivato alle cinque del pomeriggio con l’indicazione di sterpaglie che avevano preso fuoco all’altezza di via Casilina 712, poi alle sei e undici minuti altre chiamate che indicavano l’incendio ormai in viale Togliatti. 

 

«È presto per fare ipotesi - ha ribadito in serata il sindaco Roberto Gualtieri intervenendo al Tg1 - Certo che dietro c’è la mano dell’uomo, poi si vedrà se sono episodi colposi o dolosi, anche se che qualcuno sia doloso è stato già accertato. Abbiamo deciso di rafforzare le azioni di prevenzione in tutte le zone a rischio e interverremo, come Roma Capitale, con 3 milioni di euro per potenziare gli idranti». «Come amministrazione andremo avanti nella nostra decisione di dotare finalmente Roma degli impianti di cui una grande Capitale europea ha bisogno - ha aggiunto il sindaco facendo riferimento al termovalorizzatore, di cui già stamani la Giunta riprenderà l’iter autorizzativo - Perché il fatto che Roma è priva di impianti determina una situazione fragilissima sul fronte dei rifiuti ed è inaccettabile. Noi non ci faremo intimidire». Proprio nello spiazzo dell’ex campo rom, Gualtieri aveva cominciato la campagna elettorale per le primarie a maggio dello scorso anno.
Intanto il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, che si è riunito ieri, ha disposto presidi fissi delle forze dell’ordine sui luoghi sensibili, come le discariche, e controlli su piccoli e grandi insediamenti abusivi che dovranno essere sgomberati. Solo i carabinieri, dall’inizio di giugno, hanno denunciato una decina di incendiari, a cui si aggiunge un arresto in flagranza, sul litorale, di un uomo ritenuto autore di altri 4 incendi.

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