Incendi a Roma, inchiesta sui roghi: «È stata la mano dell'uomo». Erbacce come combustibile

Incendi a Roma, inchiesta sui roghi: «È stata la mano dell'uomo». Erbacce come combustibile
di Valeria Di Corrado eCamilla Mozzetti
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Mercoledì 6 Luglio 2022, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 15:44

Non è stato il caso ma certamente «la mano dell'uomo», per usare le parole del comandante generale dei vigili del fuoco Alessandro Paola. Perché quanto avvenuto al Parco del Pineto e il 27 giugno all'Aurelio - guarda caso sempre di lunedì - non si può attribuire all'autocombustione. Il numero uno dei vigili del fuoco è chiaro: «Un evento incendiario per potersi verificare ha bisogno della mano dell'uomo. Che questo evento sia colposo, per negligenza, o addirittura doloso, dovrà essere accertato». Se fosse confermata questa seconda ipotesi sarebbe «un fatto gravissimo, un atto criminale per Roma e i romani, che richiederebbe la massima severità», ha puntualizzato il sindaco Roberto Gualtieri relazionando ieri pomeriggio in Assemblea Capitolina su quanto accaduto al Parco del Pineto. «La natura dell'incendio è ancora da accertare - ha aggiunto il primo cittadino - ma il fatto che siano stati riscontarti inneschi multipli ci impedisce di escludere l'atto doloso».

Incendi a Roma, l'inchiesta

Eppure gli inquirenti hanno escluso la presenza di inneschi, intesi come evidenti oggetti che possano essere stati usati per appiccare il fuoco.

Tant'è vero che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per incendio colposo, come già aveva fatto per i roghi del 27 giugno. I carabinieri forestali stanno cercando eventuali testimoni e immagini riprese dalle telecamere della zona in cui si è originato il fuoco. Quel che è certo è che la componente della cura del verde pesa come un macigno in questa emergenza, sommata al mancato controllo da parte dei vigili urbani per mancanza di uomini. Un'indicazione spedita a tutti i Comuni lo scorso maggio dalla Protezione civile regionale invitava le amministrazioni locali a pulire le aree verdi e a controllare la manutenzione negli spazi privati. Proprio le erbacce, infatti, hanno contribuito a far propagare velocemente l'incendio del Parco del Pineto, che ha divorato circa 50 ettari, arrivando a lambire case, Rsa e palazzi che, a scopo precauzionale, lunedì sono stati evacuati. «Se la vegetazione fosse stata falciata - analizza ancora il comandante Paola - è evidente che sarebbe mancato il combustibile. Qui parliamo di vegetazioni che sono secche, sterpaglie prive di tassi di umidità», che se prendono fuoco «possono portare le fiamme ad alzarsi. Se queste aree fossero prive del seccume ci saremmo trovati in uno scenario diverso».

 

Sfalci e diserbi stradali

Per i diserbi stradali, dopo che l'amministrazione Raggi ha spuntato dal contratto di servizio dell'Ama la mansione, la palla è passata ai Municipi. Ecco, sul diserbo stradale che ha alimentato tanto il 27 giugno quanto lunedì scorso le fiamme, le procedure dei bandi si sono concluse «il 16 giugno», fanno sapere dall'assessorato Ambiente. Ciò significa che si devono iniziare a spendere i soldi, ma al momento restano da trovare ancora molti responsabili dei procedimenti. Morale? Che il dipartimento Ambiente, in emergenza e fino al primo luglio, ha pensato anche al diserbo delle strade di competenza municipale, ma da quel giorno le operazioni si sono fermate. Sempre dall'Ambiente fanno presente che sul fronte diserbo parchi ad oggi «l'85% delle aree è stato falciato», ma è chiaro che per i diserbo stradale i Municipi devono sbrigarsi.
Intanto Konsumer Italia, tramite il portavoce Carlo Pileri, farà presentare dai propri legali un esposto sul mancato intervento dei vigili del fuoco a via Papiniano e sulla mancata assistenza rispetto alle interruzioni delle utenze per evitare i rischi conseguenti all'incendio che ha coinvolto edifici e giardini.

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