Roma, nuove luci per il parco di Diabolik. I residenti: «Ma servono più controlli»

Roma, nuove luci per il parco di Diabolik. I residenti: «Ma servono più controlli»
di Mirko Polisano
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Sabato 28 Dicembre 2019, 10:06
«Noi qui continuiamo ad avere paura». È il grido dei frequentatori del parco degli Acquedotti e dei residenti dell’Appio Claudio, l’area verde dove il 7 agosto scorso fu ucciso con un colpo di pistola Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik, ex capo degli Irriducibili della Lazio e dove ieri la sindaca Raggi ha inaugurato il nuovo impianto di illuminazione. Ma i led hi tech e a basso consumo, molto apprezzati dai cittadini, non bastano per dare nuova immagine a questo polmone (giallo) verde del Tuscolano, trasformato giorno dopo giorno in un campo di battaglia dove si consumano omicidi e agguati. «Correre qui - dice un podista - è sempre stato un rischio. Io metto in conto che prima o poi possa succedermi qualcosa. Qualche anno fa eravamo in tanti, avevamo perfino un gruppo di atletica amatoriale, ora sono scappati via tutti».
 
Panchine rotte, ringhiere arrugginite e bottiglie lasciate sul terreno fanno da scenario ad allenamenti, a bambini che giocano, alle improvvisate partite di pallone organizzate dai ragazzi in questi giorni di festa dalla scuola. 《Ora è tutto più pulito perché arriva la sindaca - dicono due studentesse che parlano di versioni di latino su una panchina - ma basta guardarsi attorno per vedere i muri imbrattati》. Ci sono ancora le scritte in memoria del Diablo. La pista ciclabile è invasa da pini e impraticabile. Questa terra di confine tra i palazzoni in serie dell’Ina Casa, i condomini più residenziali dell’Appio Claudio, e il quartiere popolare di Cinecittà pullula di verde rinsecchito e sporco. Davanti a via Lemonia, proprio dove ieri sera c’è stata la cerimonia di inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione, il parco giochi per bambini offre rassicuranti quadretti di famiglie felici ma poi c’è anche il resto del parco, e non è poco. Basta spingersi, infatti, oltre le mura dell’acquedotto per entrare dentro un safari. Erbacce, rami sporgenti, vialetti sconnessi. «Da quando è successo l’omicidio di Diabolik - dice un commerciante della zona - questo parco è tornato alla ribalta delle cronache ma a parte pochi controlli nei giorni successivi all’omicidio, nulla è stato fatto davvero. E noi qui continuiamo ad avere paura perchè ne vediamo di tutti i colori. Droga, rapine, aggressioni. E qualche anno fa da qui lanciavano anche i sassi contro i treni i corsa. Un inferno». 
 
In mezzo ai ricordi torna spesso Pasolini che da queste parti ha girato “Mamma Roma”. Della “Grande Bellezza” al parco degli Acquedotti è rimasta soltanto qualche scena del film di Paolo Sorrentino. Il resto è ordinario degrado: «Serve una pulizia e una manutenzione quotidiana, non interventi spot», dicono i fruitori dell’area verde ridotta a un ricettacolo di rifiuti. Un vero peccato per un patrimonio che dovrebbe essere da Oscar.
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