Il suo vero nome potrebbe essere un altro e non Raul Esteban Calderon, argentino di 52 anni. L'uomo è stato arrestato con l'accusa di essere il killer di Fabrizio Piscitelli ma la sua identità potrebbe essere un'altra. Di certo a tradirlo è stata l'ex compagna, madre della figlia minorenne, sua sodale negli anni in cui l'uomo prima di diventare - secondo l'accusa - un sicario di professione era un rapinatore di gioiellerie. La donna insieme a lui ha messo a segno diversi colpi - e come ricostruito da un servizio mandato in onda ieri sera nel telegiornale di La7 - sarebbe stata arrestata e poi intercettata. In una telefonata avrebbe accusato l'ex compagno di averle preso di nascosto la pistola usata poi, il pomeriggio del 7 agosto 2019, al parco degli Acquedotti per uccidere con un solo colpo alla nuca il capo ultrà. Dopo aver messo a verbale tutto la donna è stata condotta dagli investigatori in una località protetta.
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L'arma, invece, una calibro 9, ad oggi non è stata ritrovata mentre l'argentino conosciuto anche con l'alias Francisco avrebbe un'identità ufficiale falsa: il suo nome non sarebbe Raul Esteban Calderon e per appurarlo gli inquirenti sono ora in contatto con le autorità di Buenos Aires.
LA PERIZIA
A sorreggere quest'impianto la perizia svolta dal professor Andrea Maria Lingua ordinario al politecnico di Torino sulle immagini riprese da un sistema di videosorveglianza. Il pomeriggio di quel 7 agosto una videocamera di un palazzo di fronte al parco degli Acquedotti riprende la scena del delitto: il capo ultrà seduto sulla panchina, il suo killer vestito da runner con una bandana sul polpaccio destro a coprire un tatuaggio che si avvicina, estrae l'arma e spara. L'analisi antropometrica seguente al sopralluogo dello scorso 29 aprile e la comparazione con le immagini del video hanno dato un match positivo: quell'uomo ripreso era l'argentino. Su cui pende anche un'altra accusa, in concorso con Enrico Bennato: quella dell'omicidio di Shehaj Selavdi, albanese, freddato con le stesse modalità usate nel delitto Piscitelli su una spiaggia di Torvaianica. I due delitti potrebbero essere collegati ed anche su questo si stanno concentrando ora le indagini mentre resta da scoprire il nome o i nomi dei mandanti. Di certo c'è che Diabolik è stato ammazzato in casa sua, in quella stessa zona storicamente controllata dai napoletani della Tuscolana vicini al boss Vincenzo Senese, dal 2013 in carcere.