Diabolik, ecco la foto del killer: potrebbe avere un falso nome. A tradirlo è stata la ex compagna

L'uomo arrestato per l'omicidio di Fabrizio Piscitelli potrebbe non chiamarsi Raul Esteban Calderon. La donna che lo ha denunciato ora vive sotto protezione

Diabolik, ecco la foto del killer: potrebbe avere un falso nome. A tradirlo è stata la ex compagna
di Camilla Mozzetti
3 Minuti di Lettura
Martedì 21 Dicembre 2021, 06:49 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 07:30

Il suo vero nome potrebbe essere un altro e non Raul Esteban Calderon, argentino di 52 anni. L'uomo è stato arrestato con l'accusa di essere il killer di Fabrizio Piscitelli ma la sua identità potrebbe essere un'altra. Di certo a tradirlo è stata l'ex compagna, madre della figlia minorenne, sua sodale negli anni in cui l'uomo prima di diventare - secondo l'accusa - un sicario di professione era un rapinatore di gioiellerie. La donna insieme a lui ha messo a segno diversi colpi - e come ricostruito da un servizio mandato in onda ieri sera nel telegiornale di La7 - sarebbe stata arrestata e poi intercettata. In una telefonata avrebbe accusato l'ex compagno di averle preso di nascosto la pistola usata poi, il pomeriggio del 7 agosto 2019, al parco degli Acquedotti per uccidere con un solo colpo alla nuca il capo ultrà. Dopo aver messo a verbale tutto la donna è stata condotta dagli investigatori in una località protetta.

Diabolik: l'andatura, il volto, l'altezza. Così il super computer ha riconosciuto l'assassino

Diabolik, la figlia di Piscitelli: «Il killer di papà arrestato? L'ho saputo dai siti, nessuno ci ha avvertito prima»


L'arma, invece, una calibro 9, ad oggi non è stata ritrovata mentre l'argentino conosciuto anche con l'alias Francisco avrebbe un'identità ufficiale falsa: il suo nome non sarebbe Raul Esteban Calderon e per appurarlo gli inquirenti sono ora in contatto con le autorità di Buenos Aires.

A permettere agli investigatori di chiudere il cerchio su di lui, oltre alle rivelazioni dell'ex compagna anche le intercettazioni raccolte in carcere di Enrico Bennato, criminale della periferia Ovest di Roma che, parlando con il fratello arrestato per minacce all'ex fidanzata, avrebbe fatto il nome dell'argentino come esecutore dell'omicidio Piscitelli.


LA PERIZIA
A sorreggere quest'impianto la perizia svolta dal professor Andrea Maria Lingua ordinario al politecnico di Torino sulle immagini riprese da un sistema di videosorveglianza. Il pomeriggio di quel 7 agosto una videocamera di un palazzo di fronte al parco degli Acquedotti riprende la scena del delitto: il capo ultrà seduto sulla panchina, il suo killer vestito da runner con una bandana sul polpaccio destro a coprire un tatuaggio che si avvicina, estrae l'arma e spara. L'analisi antropometrica seguente al sopralluogo dello scorso 29 aprile e la comparazione con le immagini del video hanno dato un match positivo: quell'uomo ripreso era l'argentino. Su cui pende anche un'altra accusa, in concorso con Enrico Bennato: quella dell'omicidio di Shehaj Selavdi, albanese, freddato con le stesse modalità usate nel delitto Piscitelli su una spiaggia di Torvaianica. I due delitti potrebbero essere collegati ed anche su questo si stanno concentrando ora le indagini mentre resta da scoprire il nome o i nomi dei mandanti. Di certo c'è che Diabolik è stato ammazzato in casa sua, in quella stessa zona storicamente controllata dai napoletani della Tuscolana vicini al boss Vincenzo Senese, dal 2013 in carcere.
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA