Il gol del calciatore scrittore: «Ecco la mia salvezza»

Il gol del calciatore scrittore: «Ecco la mia salvezza»
di Raffaella Troili
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Mercoledì 31 Marzo 2021, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 17:10

“Non c’è niente di speciale nella scrittura, devi solo sederti davanti alla macchina da scrivere e metterti a sanguinare” diceva Ernest Hemingway. Per Giovanni Giordano, 24 anni, calciatore e scrittore è stata la salvezza. Giovane promessa del calcio con alle spalle una storia familiare devastante, cresciuto con i nonni, è sopravvissuto ai colpi della vita e tirato fuori il meglio che aveva dentro: in un libro, “Oltre la luce prima del buio”, pubblicato dall’università di Tor Vergata, che non vuol essere né biografia né dare insegnamenti su come vivere ma solo offrire «un piccolo barlume di felicità visto che ognuno di noi vive il male nella propria vita»..

Un libro emozionante, il linguaggio di un diario, di chi non spreca parole né infiocchetta emozioni. Frutto di quel che Giovanni è. «Ho vissuto un’infanzia diversa dalla norma, sono un figlio non voluto. Ho vissuto con i miei nonni da dopo un anno dalla mia nascita, mia mamma è morta di overdose che avevo 10 anni, la sera della mia Comunione. Papà l’ho conosciuto da grande in una clinica psichiatrica, per tossici, prima non volevo». I presupposti per affondare c’erano, invece Giovanni scriveva e metteva da parte, nel cassetto, fogliacci e cancellature rabbiose e confuse, dove si sfogava e ritrovava. Era a Mentana con i nonni, ha frequentato il liceo scientifico sportivo Pacinotti a Roma, era già una promessa del calcio. «Ho sempre giocato a calcio a un buon livello, la serie D, a 17 anni il contratto di 3 anni con il Savona, il prestito per due anni all’Arzachena, il ritorno a Roma». Niente Savona niente serie B. I nonni avevano avuto un brutto incidente, «ho scelto di tornare da loro. Non avevano nessuno.

Un crocevia importante, non so se lo rifarei, ma ora stanno bene, benissimo». Per due anni il nonno non gli ha quasi rivolto la parola «era arrabbiatissimo per la mia scelta». Qualcosa ancora non tornava. «Da piccolo scrivevo per sfogarmi, probabilmente ho ripreso quei fogli e ho ricominciato a fare così. Devo dire che anche sui social ogni volta che scrivevo avevo un riscontro positivo. Così ho deciso di riorganizzare tutti quegli scritti, che avevo nel cassetto.

Quindi prima una necessità, poi la volontà di creare qualcosa per me stesso mi hanno spinto a dare forma a questo libro. E più lo creavo e più mi veniva voglia di farlo conoscere alle altre persone. Ho iniziato tre anni fa, poi mi sono bloccato. Con il lockdown del 2020 ho ripreso». E non ha più smesso. Un fiume in piena, un linguaggio semplice, toccante, a tratti poetico, senza retorica, sulle tracce del suo passato.

LA CARRIERA

Giovanni dall’Eccellenza nel Fonte Nuova è passato in serie C alla Berretti dell’Aquila e poi al Savona. Quindi ha girato in prestito, due anni all’Arzachena, poi all’Amiternina, al San Cesareo, alla Crecas città di Palombara, Cynthia, Audace Monterotondo, Corneto Tarquinia, di nuovo Audace. Da tre anni anche nelle fila del Peperino La Rustica calcio a 8 guidato da Cristiano D'Amora. Bravo è bravo. Dato che non bastavano i calci, ha usato anche le parole per tirare fuori i suoi incubi e trasformarli in un racconto emozionante. L’infanzia difficile, la vita con i nonni, la costante passione per la scrittura. «Non potendomi allenare, in zona rossa, ho deciso di completare il libro». Ma il calcio resta il chiodo fisso, dietro quella palla continua a correre e sognare. «Ma voglio anche laurearmi in Filosofia». E perché no?

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