Al centro anti-violenza di Guidonia sette denunce di maltrattamenti in un mese

Le operatrici del centro anti-violenza di Guidonia
di di Elena Ceravolo
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Venerdì 12 Aprile 2019, 12:26
Sette schede aperte in un solo mese di attività per il Centro antiviolenza di Guidonia: tutte relative a donne italiane, con figli e vittime di maltrattamenti tra le mura domestiche. La “fotografia” di un’emergenza - dopo tre anni di stop forzato del servizio nella città più grande della provincia - per un fenomeno seguito attentamente dalla procura Tivoli: i reati di maltrattamenti in famiglia, nell’area di competenza del tribunale, sono raddoppiati (245 nel 2016, 473 a fine 2018) con un trend proporzionale all’aumento delle denunce. L’emersione di casi è favorita, insomma, dalle iniziative delle istituzioni locali.
L’occasione per fare il punto è stata l’inaugurazione ufficiale, a 30 giorni dalla effettiva riapertura, del centro “Le tre lune”, finanziato con 65mila euro dalla Regione e gestito da un team di esperte che vede insieme la coop Antares 2000 con le associazioni Le Pleiadi e Arnica. La struttura si trova di fronte alle scuole di Setteville. Alla cerimonia c’erano tutte le autorità locali insieme al senatore Nunzia Catalfo (M5S), presidente della commissione Previdenza Sociale, e al consigliere regionale Eleonora Mattia (Pd), presidente della commissione Pari Opportunità.
Che il punto cruciale sia creare una solida rete di salvataggio per le vittime lo ha sottolineato il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto: «In una intercettazione letta ieri una donna diceva: “Non denuncio perché tanto non mi crederanno”. Questo è il nodo da affrontare per combattere un fenomeno culturale epocale. Da quando sono arrivato ho pensato che solo una rete ce la poteva fare. E l’abbiamo costruita. Ora manca un passaggio: una casa rifugio per chi a casa è in pericolo. È uno dei problemi reali che affrontiamo in questa battaglia». Il progetto de “Le tre lune”, oltre alla sua mission di sostegno nel percorso di uscita dalla violenza, punta molto sulla prevenzione: «Sarà anche un motore di inclusione sociale – spiega la responsabile, Marinella Mariotti -. Cioè integrato con iniziative, anche culturali, che favoriscano l’accessibilità al centro. Uscire dall’isolamento spesso è fondamentale per essere pronte ad aprirsi».
 
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