La manifestazione di ieri è stata anche un grido di allarme dei quartieri che si sentono sempre più abbandonati e sempre più lontani dal centro. «Il territorio – ha sottolineato Fabrizio Pirro – soffre di una disattenzione totale e, dopo due anni, i segni si vedono. Arriviamo alla chiusura dell’unico collegamento rimasto con il Comune». Stesso allarme lanciato da Villanova. Il sindaco Michel Barbet (M5S), alla fine, è sceso in piazza per parlare con i manifestanti.
«Lavoriamo per trovare soluzioni perché non c’è nessuna intenzione di chiudere – ha ribattuto il primo cittadino –. La delibera segnalata aveva errori perché ci è finito dentro un documento di lavoro e sarà subito corretta. So benissimo che non stiamo dando i servizi che meritano i cittadini. Ma ci sono paletti, dovuti al piano di rientro dei vecchi debiti, che ci costringono a poche assunzioni».
Barbet punta tutto sul personale in arrivo a seguito di una procedura di mobilità, cioè personale che chiederà di venire a Guidonia da altri enti: «Tra fine luglio e inizio agosto abbiamo previsto 18 unità in più. Una parte sarà destinata ad Anagrafe e Stato Civile in maniera da turare le falle e garantire le sedi periferiche». Ma l’altolà sul degrado generale è stato mandato: «La città è abbandonata – è l’appello di Angela Stracci, di Collefiorito – Oggi siamo solo una piccola parte di quelli che verranno a protestare se Guidonia non riparte». Mobilitata anche l’opposizione. «Non ci sono state risposte chiare – commenta il capogruppo Pd, Paola De Dominicis – Pretenderemo di conoscere nel dettaglio le soluzioni da mettere in campo per evitare la chiusura delle delegazioni. Non c’è spazio per le ambiguità. Siamo pronti a fare le nostre proposte perché parliamo di servizi essenziali, che non possiamo perdere». Sulla stessa lunghezza d’onda il Polo civico: «Vigileremo – dice Mauro De Santis – e siamo pronti ad iniziative forti al fianco dei cittadini».
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