Guidonia, Simona Boenzi, gli ultimi istanti della cronista, la salma restituita ai familiari

Guidonia, Boenzi: gli ultimi istanti
di Luca Lippera
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Sabato 20 Febbraio 2021, 09:29 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 00:45

Ora si attendono i risultati e i risultati forse scriveranno la fine del dramma. Il corpo di Simona Boenzi, 46 anni, la cronista di Guidonia morta sabato 30 gennaio in ospedale dopo un incidente stradale avvenuto il giorno prima, è stato riconsegnato ai familiari dopo l’autopsia. La Procura di Tivoli e il pubblico ministero che seguono per prassi l’inchiesta - ne nasce automaticamente una da ogni sinistro - attendono la relazione del medico legale che ha eseguito l’esame sul corpo. Avranno una descrizione e, ovviamente, l’esito dell’esame sui tessuti che rivela patologie o presenza di sostanze di qualunque tipo: alcol, aspirina, altro. L’incidente che ha scosso Guidonia e Tivoli, innescando un’onda di affetto divenuta valanga su Facebook con migliaia di messaggi, è stato minuziosamente esaminato, metro per metro, dalla Polizia Locale della Città dell’Aria, la terza del Lazio.

La Boenzi, di cui si conosceva l’amore per gli animali, è finita, alla guida di una Citroen, contro un guard-rail. Era il primo pomeriggio di venerdì 29 gennaio. La donna, secondo i conducenti di due auto coinvolte, ha invaso improvvisamente la corsia opposta. Era da sola.

Circa un’ora prima della tragedia era stata a pranzo con un uomo. Forse qualcosa non funzionava al meglio tra i due. La donna, in un messaggio su Facebook, rivelò a ottobre di essere stata denunciata dall’ex compagno. «Ma lo sanno - è scritto - chi sei?».

Screzi in una coppia, forse, amplificati dal momento che tutto il Paese sta vivendo. Non si sa se i due vivessero ancora insieme. Ma l’annuncio della denuncia sui social esiste. La polizia ne è a conoscenza. I periti che hanno eseguito l’autopsia nei giorni scorsi hanno due mesi per comunicare osservazioni e risultati. Il pubblico ministero esaminerà le parole e valuterà se esistano presupposti per una prosecuzione delle indagini. Le quali sono quelle che normalmente si fanno in tutti gli incidenti. Non si sa se la famiglia della vittima, il padre, la madre e la figlia, abbiano nominato un legale per seguire la cosa. È un diritto, non un dovere, e il dolore può portare a compiere scelte fuori dal solito. Per l’ultimo saluto alla Boenzi il Comune di Guidonia ha messo a disposizione una sala. Era sabato 6 febbraio. Mattina. Non c’era tutta la gente che ci si poteva aspettare dopo aver contato i messaggi su Facebook. Ma l’affetto è stato comunque grande. 

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