A Natale ci pensò l’ondata di Omicron a svuotare gli hotel. A Pasqua - in uno scenario peggiore - sarà la guerra in Ucraina a tenere lontani da Roma i turisti stranieri. Soprattutto quelli americani, giapponesi, cinesi o arabi, che spendono di più. Con perdite che potrebbero sfiorare anche il mezzo miliardo di euro.
Alberghi, salta la Pasqua: perdite da mezzo miliardo
«Possiamo dire con un certo rammarico che la stagione pasquale è saltata.
IL GIRO D’AFFARI
Il periodo pasquale è centrale per le imprese romane del turismo. Tra il venerdì santo e la Pasquetta, soltanto gli hotel incassano un quarto delle entrate di tutto l’anno: prima del Covid c’era un giro d’affari di oltre mezzo miliardo di euro, che toccava gli 850 milioni di euro considerando anche l’extralberghiero, la filiera dei fornitori. Nota Necci: «Rischiamo di perderli tutti quanti questi 500 milioni. E non soltanto perché i flussi extracontinentali rappresentano il 70 per cento degli incassi totali. Ma se il livello del conflitto non calerà, c’è il rischio che non vengano a Roma neppure i turisti da Francia, Spagna, Germania, che hanno comunque una minore capacità di spesa. Quindi resterebbe soltanto il mercato interno». Cioè gli italiani, che però a Roma stanno solo per pochi giorni.
Alcuni Paesi come il Giappone hanno già chiuso il loro spazio aereo. I russi, per forza di cose, non possono muoversi verso altre nazioni europee. Arabi e americani, come detto, tendono a restare lontani dai luoghi che reputano pericolosi. Di conseguenza, di quel mezzo miliardo che il settore incassava a Pasqua con facilità prima del Covid, potrebbero restare agli alberghi soltanto le briciole. Anche perché i visitatori europei (quelli che si muovono con voli point to point e in auto) o quelli italiani spesso preferiscono affittare camere presso i bed & breakfast.
LA SITUAZIONE
Attualmente a Roma sono aperti meno di 500 hotel su 1.200. Ed è probabile che con il flop di Pasqua questo numero possa salire. Su 40mila stanze disponibili, circa 17mila sono quelle occupate. Alcune grandi catene hanno iniziato già a licenziare dipendenti che lavoravano in questi alberghi da circa 20 anni e che hanno più di 50 anni. Una situazione catastrofica che ha spinto i ministri Massimo Garavaglia (Turismo) e Andrea Orlando (Lavoro) a venire in Campidoglio su richiesta del sindaco Roberto Gualtieri e a promettere un pacchetto ad hoc per la Capitale di ristori alle imprese e di ammortizzatori sociali. Ma al momento non si è ancora vista nulla.
Di fronte a questo scenario gli albergatori fanno di necessità e virtù. «Molte strutture - aggiunge Necci - hanno rafforzato per esempio la ristorazione per intercettare i romani: ci sono ristoranti gourmet, quelli no stop o gli etnici. Altri aumentano gli spazi per gli aperitivi, senza dimenticare che a Pasqua organizzeranno pranzi un tempo aperti soltanto ai loro ospiti». In quest’ottica si guarda anche al rilancio a fine marzo del bonus della Regione - Una notte in più nel Lazio - dove è l’ente a pagare ai turisti una giornata in più trascorsa in hotel del nostro territorio.