Atac e Ama, freno ai no-vax: «Green pass nelle mense»

Atac e Ama, freno ai no-vax: «Green pass nelle mense»
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 16 Agosto 2021, 22:01 - Ultimo aggiornamento: 17 Agosto, 15:20

Perfino i controllori dei biglietti saranno controllati: nelle mense di Atac e Ama si entrerà solo col Green pass. Per mettere il turbo alla vaccinazione tra i quasi 18mila dipendenti, i due colossi comunali si allineano alle indicazioni di Palazzo Chigi. Obbligo di certificazione verde, dunque, per pause pranzo e spuntini. Altrimenti toccherà ammainare il vassoio e cercare ristoro altrove. La mossa piace poco ai sindacati. Qualche sigla promette addirittura una «guerriglia» (a colpi di scodelle di plastica?) per contrastare l’entrata in vigore della misura. Ma i vertici delle due partecipate comunali tirano dritto. E l’obbligo dell’attestato verde all’ingresso scatterà nel volgere di pochi giorni: subito all’Ama, dove le mense sono aperte anche ad agosto; a settembre all’Atac, che ha sbarrato i refettori aziendali durante il primo lockdown, marzo 2020, e conta di riattivarli tra un paio di settimane, all’inizio di settembre. Col pass.

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«So che c’è stata una levata di scudi da parte di alcuni sindacati, in tutta Italia - dice Giovanni Mottura, l’amministratore unico di Atac - ma il Green pass è uno strumento utile.

Più che parlare di presunte minacce alla libertà personale, dobbiamo pensare alla tutela collettiva della salute. Siamo un’azienda con 11mila dipendenti». E con 15 mense: una nel quartier generale di via Prenestina, frequentata soprattutto dai 1.083 impiegati amministrativi, più altre 14 nelle rimesse del metrò e nei depositi dei bus, a disposizione di autisti, macchinisti e ausiliari del traffico. «Purtroppo - aggiunge il direttore generale, Franco Giampaoletti - ci saranno inevitabili conflitti, che toccherà all’azienda gestire. Ma se c’è una norma va applicata».

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Green pass, la direttiva

Le direttive di Palazzo Chigi, sfornate alla vigilia di ferragosto, sono piuttosto stringenti. Zero margini d’interpretazione: «Per la consumazione al tavolo al chiuso - viene spiegato anche nelle faq del governo - i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde. A tal fine, i gestori sono tenuti a verificare le certificazioni». «Le indicazioni sono chiare, anche all’Ama introdurremo il Green pass nelle mense», informa Stefano Zaghis, l’ad della società dei rifiuti, convinto che le proteste non attecchiranno: «Credo che in azienda ci sia stata una grande adesione alla vaccinazione, tra i lavoratori».

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Le reazioni

Qualche sigla già promette battaglia. «Col Green pass in mensa sarà guerra, si fanno lavoratori di serie A e serie B. Almeno ci diano i tamponi gratis», attacca Claudio De Francesco, appena passato alla Uil Trasporti (e che su Instagram pubblica video così: una moneta da 20 cent che rimane incollata a un braccio, «guardate gli effetti del vaccino...»). Cauta la Cgil: «Siamo favorevoli al Green pass? Non siamo contrari - risponde Alessandro Russo della Fp Cgil di Roma - ma non si scordino di altre misure ugualmente utili. Prima di entrare in mensa, nessuno controlla la temperatura».

 

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